Lucio Lamanna, in arte Milione, è un cantautore e musicista che ha vissuto per molti anni in Venezuela, dove ha mosso i suoi primi passi nello studio della musica. Ha lavorato un suo EP dal titolo "U".
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Si può dire che le esperienze che più mi hanno formato sono state i diversi insegnanti e gruppi musicali che ho frequentato, dandomi la possibilità di esprimere il meglio di me. Ho iniziato nel cuore della musica classica col pianoforte, per poi passare al rap, conoscendo nel percorso la salsa e merengue, la gaita venezuelana (musica folclorica venezuelana) fino ad arrivare al hard rock e blues.
Nonostante ciò, l'esperienza più bella è stata con la mia band in Caracas, dove ho dovuto imparare anche l'importanza di valutare le facoltà di ogni musicista nel comporre e suonare dal vivo. Con loro ho fatto i miei primi passi per cantare di fronte al pubblico, conoscendo un mondo totalmente nuovo di cui sono ancora innamorato.
Per ultimo ma non meno importante, una parte fondamentale della mia formazione artistica come cantante e musicista, è stata ed è il mio professore di canto Andres Csizmadia, con chi ho imparato e perfezionato la mia tecnica vocale e l'importanza vera che ha un cantante: trasmettere emozioni.
E’ uscito il tuo nuovo EP “U”. Ce ne vuoi parlare?
Questo nuovo EP è il primo passo nella mia carriera come cantautore indipendente. Questo album è una esperienza piena di soddisfazione dove ogni nota, arrangiamento e processo di produzione è stato fatto da me, a casa; è stata la strada che ho percorso per imparare come trasformare le idee scritti su carta in canzoni.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue canzoni?
Il mio messaggio in questo EP è quello di non avere paura di sperimentare con diversi generi musicali, di non essere costretti a restare o suonare in una sola linea e di sfruttare tutte le risorse che ci regala ogni stile di musica. Penso che la cosa più importante nella musica è il messaggio che questa trasmette, dove non importa la lingua del testo, ma i sentimenti ed emozioni che si svegliano in chi l'ascolta.
Questo EP è anche un messaggio a tutti i musicisti che pensano che non hanno le risorse necessarie per dare vita alle loro composizioni; basta solo avere la volontà di creare e la costanza di proseguire per trovare la strada per raggiungere il proprio obbiettivo.
Sei aperto alla sperimentazione?
Nell'ambito musicale, totalmente. Si può dire che questo EP è una sperimentazione continua, non troverai mai due brani simili tra loro. Penso che la musica va oltre le barriere e categorie create dall'uomo; è un elemento tacito che ognuno vive in maniera diversa e per questo non possiamo usare delle etichette.
Hai vissuto per molti anni in Venezuela. Com’è fare musica li? Ci sono differenze con l’Italia?
Assolutamente, in Venezuela ho imparato la musica mentre sperimentavo con lei, si può dire che gran parte della mia base teorica musicale è stata scoperta da me in ogni brano che componevo da piccolo. Ho avuto l'onore di avere un grandissimo professore di canto, però pure lui ha imparato e scoperto la musica per se stesso, per questo credo che ci sono grandissimi artisti che, sfortunatamente, non riescono a raggiungere il loro sogno, poichè creare una canzone è un processo molto più lungo che cantare mentre suoni la chitarra.
In Italia vedo che il mondo della musica è molto più grande, ci sono delle Università e Istituzioni che insegnano a chi vuole diventare un bravo artista, e la cosa più importante è che esiste l'opportunità e la strada per farlo, pure se si pensa il contrario. Io avrei dato qualunque cosa per studiare una seconda laurea nella musica e ottenere un titolo che rafforza e dimostra mie conoscenze.
Queste sono le cose che mi hanno fatto innamorare di questa Nazione, ci sono tantissime opportunità che non si devono sprecare.
In che modo il web e i social possono essere utili per l'attività di un artista?
Penso che i social sono un mezzo fondamentale per gli artisti per arrivare alla gente e farsi conoscere. I social sono un mezzo per trasmettere un messaggio al suo pubblico, e avere un feedback in tempo reale da loro. Dobbiamo dimenticarci dei tempi antichi dove la TV e la radio erano la regola, adesso internet e i social sono il presente e il futuro di noi artisti; penso che si dovrebbe insegnare a come usarli correttamente per tramandare l'arte.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro della musica?
Il futuro nessuno lo conosce con certezza, ma nella mia opinione sono fiero di credere che man mano più artisti avranno le risorse necessarie per creare la loro musica da casa. Come musicista indipendente posso dare fede ai diversi programmi virtuali che emulano perfettamente ogni strumento, avvolte anche meglio dei veri musicisti.
Un esempio vivo di questa affermazione è il mio EP, dove solamente due canzoni hanno chitarre vere registrate, tutta l'altra strumentazione è virtuale, ed è fatta da un PC, da me senza saper suonare tutti gli strumenti.
Anche nella voce ci sono già diversi software che fanno cantare a chi non conosce tanto la tecnica ed è questione di tempo per avere dei "cantanti virtuali" che elimineranno la necessità di un cantante reale. A questo punto la musica si dividerà in due, la musica dal vivo e la musica registrata, come è successo tra il cinema e il teatro.
L'importante non è il mezzo, ma il messaggio.