Francesco Rocca, in arte Spark Rocca, è un cantautore siciliano. Il suo ultimo album “Stralci di tiepida agonia, perdizioni trascendentali e altre paranoie”, presenta brani cantautoriali con influenze blues.

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?


Iniziate subito con domande difficili! Bene! Ma, c'è qualcuno che leggerà questa intervista?! Va bene... Provo a rispondere. Immagino intendete “formato” a livello musicale. Beh sicuramente musicalmente sono state fondamentali alcune amicizie con musicisti più bravi ed esperti di me, quando ero un giovane liceale che voleva rubare ogni piccolo segreto per diventare un discreto chitarrista... Sì, inizialmente non volevo fare il cantautore, o meglio, il cantaschifo. Volevo semplicemente suonare la chitarra elettrica. Prima ancora, invece, quando andavo ancora alle medie, mi ero approcciato alla batteria. Comunque sia, gli strumenti musicali mi hanno da sempre affascinato. Ho anche un sassofono, un mandolino, un ukulele e lasciamo perdere il numero di chitarre acustiche ed elettriche che ho. Il fascino di tirar fuori un suono da uno strumento credo sia imbattibile. Mi sto dilagando troppo e inizio a dimenticare quale fosse la domanda. Le esperienze! Giusto! Parliamo di esperienze! Decisi che la chitarra doveva essere il mio strumento dopo aver ascoltato un brano hard rock, aveva un riff penetrante ed il chitarrista in questione tirava fuori degli assoli che riuscivano a trasportar l'animo umano... No, non voglio dire quale brano fosse. Decisi di fare il cantautore, anzi, il cantaschifo quando l'ennesima band che avevo provato a costruire si è disfatta. L'egoismo dei singoli individui all'interno di una band era sempre logorante, mi resi conto che l'unico che voleva provare a fare qualcosa ero solo io. Perciò, perchè non provare a fare tutto da solo? Provare a cantare è stato peggio. Quando si suona uno strumento è diverso. Col canto l'ondata di critiche arrivò subito e in maniera tempestosa, anche perchè cerco sempre di distinguermi, di curare un sound che sia originale. Mentre la gente giudica un buon canto con i loro standard, quindi: voce pulita, grande estensione, niente di azzardato ecc... Mentre io cerco... e cerco... e cerco... e sperimento... un po' di rauco qui... un acuto lì... ops forse una stonatura... La rifaccio, mi ritorna, ops... ma è davvero così dissonante? potrebbe starci? Mah... E continuo a macinare idee e soluzioni. Sono andato di nuovo fuori tema, scusate...

Ci parli dei tuoi progetti attuali e per il futuro?

Penso di creare un esercito di robot assassini e sterminare il genere umano, programmati in modo tale che l'ultimo umano da uccidere sia io. A parte le cose serie. Ovviamente vi state riferendo a progetti musicali. Ho da poco pubblicato l'album “Stralci di tiepida agonia, perdizioni trascendentali e altre paranoie”, da cui ho estrapolato i singoli e i videoclip, che potete vedere su YouTube, dei brani: “Cerco”, “Tergiversando con un'alcolica” e “Mentre tutto tace”. L'album è disponibile su tutti gli store online, compreso Spotify, iTunes, Google Play music Store etc... Potete godervi i videoclip, invece, su Youtube sul mio canale ufficiale.
Per quest'album il sound principale è stato il cantautorato con influenze blues, non sono mancati brani più sperimentali come “Mentre tutto tace” in cui campionai il rumore del mare, e “tutto assieme appassionatamente”. Lasciai fuori il sound psichedelico che aveva caratterizzato il sound di “Sinapsi in cortocircuito”. Ma tornerà presto quel sound.
Parliamo di progetti futuri. Ho in mente di realizzare il videoclip del brano “Il vuoto sospinto oltre ogni fondo senza poter respirare al mondo” contenuto sempre nell'album “Stralci di tiepida agonia, perdizioni trascendentali e altre paranoie”.
Sono già al lavoro su altri brani.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue canzoni?

Un messaggio d'amore... No, in realtà non parlo mai dell'amore, o comunque non lo faccio in modo così esplicito. I miei brani hanno temi sottilmente sociali, ma anche interiori, sono immagini del mio stato d'animo un po' turbolente, ma anche giocoso. Voglio far ridere, ma anche e soprattutto, far riflettere...

Riguardo la diffusione della musica inedita. Quali sono le difficoltà per un cantautore che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?

Ho smesso da un bel po' di cercare di suonare live nei locali. Credo sia molto meglio che siano gli altri a cercarmi, No? Che senso ha ottenere una serata in un locale davanti a gente che vuole solo sentire le loro canzoni preferite? Per fare qualche spicciolo? Non fa per me!
Sono alla ricerca di una vera agenzia di booking, altrimenti preferisco lavorare da casa piuttosto che suonare cover nei locali. Sono difficili da trovare i locali che permettono di suonare liberamente. Soprattutto nella mia zona, purtroppo. L'alternativa sarebbe trasferirsi...

Autoproduzione oggi. Qual è la tua visione?

Fantastiche opportunità e inferno a tempo stesso. Mi spiego meglio. È fantastico che con pochi soldi, relativamente, si può registrare a casa i propri brani. È fantastico il fatto che tutti possono produrre e pubblicare i propri brani, senza etichetta discografica, senza intermediari. Il problema è, comunque, raggiungere il pubblico... questa è la vera sfida di un autore indipendente. Non è facile, per niente.

Com'è il tuo rapporto con il web e i social?

Sono molto attivo sui social, anche perchè oltre la musica mi piace la fotografia, la pittura, fare fumetti stupidi... Quindi utilizzo instagram, facebook e youtube anche per questo motivo. Ho anche un blog in cui cerco di racchiudere tutte le mie passioni.

Come vedi il futuro della musica?

Per rispondere a questa domanda bisogna analizzare cosa sta succedendo adesso. C'è questa tendenza di falsa musica indipendente, e sottolineo falsa, perchè dietro a questi artisti c'è sempre un industria musicale, o meglio tante piccole industrie musicali, che sanno sfruttare il web e raggiungere i giovani. Ma di indipendente hanno poco... e anche il sound di questi artisti non lo vedo così originale. Però funziona, o sembra funzionare. Non so se dietro ci sono sempre le stesse major che fanno da fantasma. Ok questo è il presente. Il futuro è davvero un'incognita, fino a qualche anno fa nessuno si sarebbe immaginato il trap... La cosa raccapricciante è che appena una cosa “funziona” subito tutti cercano di imitarla, anche se è una merda... Non credo comunque che il futuro della musica sia il trap, o comunque solo il trap, però non escludo un evoluzione verso queste tendenze. O comunque che queste tendenze siano trasportati in altri generi. Vi immaginate un blues trap? Un jazz trap?