Roberta Giallo è una cantautrice molto particolare, che ha saputo reinventarsi, ma soprattutto ha dato spazio alla sua creatività, tanto da fortificare la sua personalità artistica, e avere un suo stile riconoscibile. Il suo ultimo album s’intitola “L'oscurità di Guillaume”.

Cos’è la musica per te?

La musica per me è uno "spazio ricreativo" dell'animo, il mio modo di "curarmi" dai mali del mondo, di sublimare traumi e ferite, elevandomi; ma è anche il mezzo con il quale conoscere gli altri ed entrare in empatia. È uno "strumento" importante, di elevazione spirituale, ma anche di socialità, di condivisione. Divina e Terrestre, la musica dovrebbe unire e non dividere, renderci migliori.

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

Sono diventata quello che sono grazie a tutte le esperienze, positive e negative, che un po' mi sono capitate e un po' mi sono andata a cercare. Preferisco però parlarvi delle prime: studiare il pianoforte, ascoltare l'Opera, i cantautori, il pop e la black music fin dall'infanzia: per esempio Maria Callas (repertorio Pucciniano soprattutto), Lucio Dalla, Fabrizio De André, Lucio Battisti, The Beatles, Aretha Franklin, Etta James, sono stati alcuni tra i miei ascolti preferiti fin da bambina. Poi i miei studi filosofici: sono riuscita a laurearmi pur non rinunciando a portare avanti la mia professione di cantautrice e artista in senso "molto molto ampio"; poi i miei studi di doppiaggio e recitazione all'Accademia del cinema; il mio incontro e la mie collaborazioni con Lucio Dalla, Mauro Malavasi, Samuele Bersani, Federico Rampini; poi la partecipazione a numerosi concorsi; i miei concerti, a partire dalle prime aperture, fino ai miei live piano e voce in Italia e nel mondo. Ho portato la mia musica in 11 paesi, Italia esclusa, e rappresentato l'Italia al festival Europeo della Musica di Hong Kong. Poi l'esperienza di attrice sul set del film Il Conte Magico; i lunghi tour nei teatri insieme allo scrittore e giornalista Federico Rampini e il polistrumentista e Direttore D'Orchestra Valentino Corvino, che ha anche diretto numerose Orchestre Sinfoniche con cui ho collaborato con grande onore ed entusiasmo... Mi fermo qui perché l'elenco è troppo lungo e non voglio che quest'intervista si trasformi in una specie di curriculum!

Il tuo ultimo album s’intitola “L'oscurità di Guillaume”. Stai lavorando a nuove canzoni? Progetti per il futuro?

Sì, "L'Oscurità di Guillaume mi ha regalato tante soddisfazioni", devo dire oltre le aspettative. Mi auguro che il nuovo progetto discografico a cui sto lavorando con tanta cura, dedizione, amore, superi i risultati del lavoro precedente... cos'è la vita se non un continuo sperimentare autosuperandosi? Oltre alle nuove canzoni, mi aspettano dei nuovi spettacoli, debutterò il 4 marzo 2020 a Bologna, nella splendida cornice del Laboratorio San Filippo Neri, con uno spettacolo che celebra la nascita di Lucio Dalla, insieme all'Autore e critico musicale Ernesto Assante. Inoltre sempre nel 2020 sarò a Cannes per il festival del cinema, perché il Conte Magico, di cui sono protagonista femminile, è stato magicamente selezionato. Ringrazio di cuore i registi Marco Melluso e Diego Schiavo per avermi dato questa splendida opportunità. E poi, seguitemi su FB e Instagram... ci sarà molto altro!

Nella musica qual è la tua missione?

La mia missione è Essere. Portare avanti la mia autenticità in musica. Preservare la mia Aura, sperando che possa alleviare l'animo di chi mi ascolta dalle tante sofferenze e mali della vita. Attraverso la musica sublimo e spero possiate sublimare il dolore, voi che mi ascoltate! Inoltre la musica per me è anche un modo per celebrare la vita, la sua bellezza; e anche un modo per esorcizzare... quindi spesso in musica sono autoironica, e teatralmente mi diverte e mi riempie di gioia far sorridere e ridere il mio pubblico. Una risata ci salverà!

Qual è il messaggio più importante che vuoi comunicare?

Amate la vita nonostante le sue contraddizioni e il dolore che proverete di fronte alle perdite e alle ingiustizie. Amate e amatevi, seguite i vostri sogni, cercate di trovare il vostro "fine" in questa esistenza e datevi da fare! Rispettate tutti, soprattutto i più deboli e fatevi rispettare, agendo con garbo e gentilezza, sempre, o almeno, provandoci.

Hai scritto una lettera rivolta a questa edizione del Festival di Sanremo 2020. Vuoi dirci qual è il tuo appello?

Viviamo in un mondo inquinato dalla violenza. La violenza, fisica e verbale, è un male che affligge tanti paesi compreso il nostro. Va combattuta. E bisogna stare anche attenti a quei tipi di contenuti e personaggi che più o meno consapevolmente la veicolano. Non sono per la censura, ma sono per la presenza adeguata "di cose e persone" nei giusti contesti. Sono molto preoccupata per i giovanissimi e i giovani: la violenza reale e quella "descritta" entrano nelle nostre case e nei nostri telefoni senza filtro. Poniamoci delle domande. Riflettiamo sui nostri ruoli. Sullo spazio dato alle donne nella società. C'è un mondo, quello dei "più deboli" da proteggere e raccontare, ma con un certo tatto, e con la dovuta sensibilità. E poi, un po' di coerenza, ogni tanto, non guasterebbe...

Cosa pensi della scelta degli artisti?

Al di là della profonda stima e ammirazione che serbo per molti di loro, cito per esempio Tosca e Raphael Gualazzi, credo che su questo palco il numero di artiste donne sia troppo risicato, e quello delle cantautrici quasi inesistente! Trovo la cosa un po' triste e alquanto imbarazzante.

Quali sono i mezzi più efficaci per farsi conoscere come artista oggi?

Non ho la sfera tra le mani. Posso dire che bisogna darsi da fare, studiare, lavorare con cura e dedizione (e non senza fare autocritica) ai propri progetti, ascoltare e osservare "i grandi", e poi scegliere con altrettanta cura i propri collaboratori: cercare professionisti seri e preparati, che comprendano e amino il nostro universo creativo ma anche le nostre profonde intenzioni che lo motivano, perché possano amplificare la luce del nostro piccolo e amato microcosmo, e possano proteggere e rendere fruttuoso il nostro lavoro.

Come vedi il futuro della musica?

Non sono una preveggente. Non prevedo nulla. Auspico una specie di rinascita culturale, molta più varietà nei generi e negli "artisti", e spero davvero che la musica delle cantautrici sia protagonista: ce lo meritiamo! Attendo L'Era delle Dame! Attendo grandi trasformazioni, meno omologazione, e più sfumature! Grazie.