Suonare il più possibile è la via migliore da intraprendere secondo il cantautore Francesco Nobile. Il suo ultimo lavoro di brani inediti? ''The Dolly's Legend - Wolves' Songs”.

Quali sono le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

Sicuramente suonare dal vivo è al primo posto. Non c’è niente che ti formi maggiormente di suonare tanto live oltre comunque ad ascoltare tanta musica e, ovviamente, conoscere anche la storia della musica stessa. Quindi direi che le tre cose che mi hanno formato di più sono queste: suonare, ascoltare e conoscere la musica.

E' uscito il tuo nuovo album ''The Dolly's Legend - Wolves' Songs”. Ce ne vuoi parlare?

Volentieri. “Wolves’ Songs” è il mio sesto album ed è stato in assoluto il mio lavoro più lungo. Oltre alle canzoni ho dedicato gran parte del tempo ad un aspetto nei dischi che mi ha sempre appassionato e ultimamente ho deciso di approfondire seriamente: il mix. Ho fatto numerosi esperimenti sia in registrazione che in mixaggio prima di trovare le versioni buone di tutte le canzoni. A livello di brani ho registrato metà album da solista e metà con la mia Band. Personalmente sono soddisfatto del lavoro ma il riscontro più grande ovviamente ce l’ho e ce l’avrò con gli ascoltatori. Ultima info ma non meno importante: ho dedicato l’album a Chris Cornell. È grazie a lui se mi sono appassionato a questa grandissima cosa che è la musica.

Autoproduzione oggi. Qual è la tua visione?

Sono sempre stato a favore dell’autoproduzione perché si è liberi al cento per cento di creare senza interferenze esterne. Trovo spesso molte più idee buone e molta più creatività in demo registrate in uno scantinato con mezzi di fortuna che nei dischi mainstream. Frank Zappa in un’intervista aveva azzeccato il punto: una volta c’erano vecchi produttori che ascoltavano musica underground e dicevano: “Proviamo a lanciarla! Magari vende”. Approccio ovviamente perso da molti anni.

Riguardo la diffusione della musica inedita. Quali sono le difficoltà per un artista che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?

Tutte! Farsi ascoltare in primis. Non è facile per niente farsi largo fra la miriade di cover e tribute band riempi-locale-ruffiane che ci sono al giorno d’oggi. Tutto questo non stimola la curiosità della gente di ascoltare musica nuova quando gli viene servita sempre roba che conosce già a memoria. Ipotizzando di superare la prima fase del farsi ascoltare poi subentra il giustificato gusto del gestore (che è l’unica cosa che comprendo). Segue la fatidica domanda: “Quanta gente mi porti?” unita al “Quanto chiedete?” . Neanche i talent show incentivano la musica live: la gente oggi pensa che suonare dal vivo sia andare in TV. Niente di più sbagliato! Stanno uccidendo la musica dal vivo così.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue canzoni?

Bella domanda. Non ci ho mai pensato. In realtà parlo di esperienze personali e miei punti di vista sulla vita nelle mie canzoni. A volte provo anche a immedesimarmi in episodi e situazioni accadute lontane da me come in “Orlando”, canzone di ”Wolves’ Songs”. Provo a dare uno spunto di riflessione non a mandare messaggi precisi. Mi è sempre piaciuto confrontarmi con le persone su qualsiasi cosa soprattutto con chi la pensa diversamente da me quindi penso sia un atteggiamento inconscio anche nello scrivere testi.

Com'è il tuo rapporto con il web e i social?

Migliora. Per forza. Devo trovare un compromesso e imparare a sfruttare questa tecnologia che, essendo io molto all’antica, non riesco a capire fino in fondo. Al giorno d’oggi comunque è necessaria quindi, ripeto, se voglio dare una maggior possibilità di far ascoltare la mia musica a più persone possibile devo imparare a sfruttare i social e il web.

Come vedi il futuro della musica?

Il presente è molto triste, quindi mi auguro che il futuro possa solo migliorare. Mi ripeto ma penso di avere la soluzione: eliminare i talent show e di conseguenza la produzione di personaggi da un anno e via che passano direttamente dalla webcam della loro cameretta al palco di X Factor. Vuoi suonare? Vuoi cantare? Vuoi fare il musicista? Suona! Fatti le ossa nei locali a suonare dal vivo anche davanti a due persone! Carica la tua attrezzatura, scaricala al locale e ricaricala a fine concerto. Questa, per me, è l’unica via per un futuro musicale degno di nota perché oggi la maggior parte della roba che gira non è neanche musica.