Hera è una cantautrice italiana. Il suo nuovo singolo s'intitola "Escape Room".

Cos'è la musica per te?

Ossigeno, questa è la prima cosa che mi viene in mente quando penso alla musica. È un’affermazione forte, ma solo il pensiero di doverne fare a meno, genera in me un senso di tremenda asfissia.

Ci parli del tuo nuovo singolo "Escape Room”?

Volentieri! Questo singolo rappresenta la mia rinascita e un profondo, radicale cambiamento, mi piace considerarlo il mio fiore di loto. Con Escape Room consegno al pubblico la parte più intima di Hera, ma anche la più vera in assoluto. Cambio ancora una volta pelle e lo faccio senza paura, puntando all’essenzialità testuale e musicale. La canzone nasce in una calda mattinata autunnale, quando improvvisamente mi ritrovo ad aprire il rubinetto dei pensieri e a fermarli nel tempo, trovando il coraggio di metterli nero su bianco. Il brano racconta di una persona alla continua ricerca di se stessa e di una stabilità emotiva che tarda ad arrivare per svariati motivi. Un’anima ferita nel pieno della lotta contro le proprie consuetudini, travolta dal caos degli eventi esistenziali e, in un certo senso, quasi estraniata dalla realtà che la circonda. Dal punto di vista musicale, invece, la priorità è stata data al design sonoro, originale ed estremamente moderno, accompagnato da un groove accattivante e dalla voce completamente nuda, spoglia da qualsiasi sovrastruttura. La traccia vocale, infatti, è stata registrata un paio di volte in studio, la prima per il provino e la seconda a distanza di qualche giorno per la versione definitiva di Escape Room. Sentivo la necessità di ridurre gli eccessi.

Progetti per il futuro?

Tanti. Dopo un periodo di lunga riflessione, accompagnato da una vera e propria “apnea creativa”, ho iniziato a respirare nuovamente e a pieni polmoni! L’incontro con Cantieri Sonori, produzione romana con la quale attualmente sto collaborando per la realizzazione dei miei brani originali, ha dato un bel contributo alla ripartenza del progetto; il lavoro sinergico con Marco Canigiula e Pietro La Terza ha certamente impreziosito la mia rinascita artistica. Proprio in questi giorni sono tornata in studio con loro…per adesso preferisco non anticipare altro.

Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso le tue canzoni?

Mi piace pensare che le mie canzoni possano essere un ponte in grado di condurre le persone ad un ascolto profondo del proprio se e degli altri, uno specchio in cui riconoscersi, una strada da percorrere per trovare nuovi equilibri. In altre parole tutto quello che da sempre rappresenta la musica per me e che desidero trasmettere attraverso i miei testi.

Questo momento delicato che stiamo vivendo è stato in qualche modo produttivo per te?

Per molti versi è stato distruttivo. Fortunatamente nel corso degli anni ho imparato a trovare almeno un lato positivo nelle cose che mi accadono, anche se talvolta è molto difficile, ma del resto tormentarsi non aiuta a cambiare lo stato degli eventi, ne a comprenderli meglio… anzi. Posso dire che dopo un periodo abbastanza tormentato, ho riacceso il desiderio e la volontà di non sprecare più un solo minuto della mia vita. Sono tornata a buttarmi a capofitto nella musica, l’unico modo possibile per restare in equilibrio e mettere insieme nuove idee. Credo di dover ringraziare una buona dose di resilienza che da sempre mi appartiene!

Credi più nel talento innato o nel duro lavoro?

Nel duro lavoro, sempre e comunque! Diceva Einstein il genio è 1% talento e 99% duro lavoro.

Cosa possiamo aspettarci per il futuro della musica?

Il bisogno aguzza l’ingegno… oggi credo sia indispensabile trovare nuove soluzioni per fronteggiare le difficoltà, aggirare l’ostacolo e non arrestare la diffusione della bellezza. Abbiamo il dovere di dimostrare come la musica e tutte le altre forme d’arte, siano necessarie all’uomo per superare momenti di crisi e di smarrimento come quello che stiamo vivendo. Il futuro della musica è nelle nostre mani.