Baschira è un cantautore e chitarrista bolognese, che vive ad Amsterdam, una grande città multiculturale. Il suo primo singolo s'intitola "Il Biondo".

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

Lavorare nei campi o in fabbrica, nelle cucine dei ristoranti, insegnare musica ai bambini, cercare un contatto con persone di diversa età ed estrazione sociale, confrontarmi con culture e religioni diverse, viaggiare. In questo modo ho conosciuto tante persone di valore, tante storie affascinanti. Credo che per stare sul palco si debba aver qualcosa da dire, qualcosa da raccontare.

Hai pubblicato il tuo nuovo singolo ‘’Il Biondo”. Ce ne vuoi parlare?

Volentieri. Il Biondo nasce dal desiderio di raccontare il potere e di come attraverso i media il nostro pensiero venga distratto e confuso. Mentre siamo davanti allo schermo, mentalmente sconnessi dalla realtà; non capiamo bene cosa succeda e lasciamo che gli altri decidano per noi.

Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso le tue canzoni?

Vorrei essere capace di dar voce agli ultimi, vittime di ingiustizie sociali e non. Il mio è un messaggio di denuncia contro i soprusi e un’esortazione a resistere. Nel Biondo, in particolare, c’è un accento rivolto alla memoria e alla conoscenza della storia contemporanea. Nelle altre canzoni dell’EP “Zdasdat” (svegliati in bolognese) che pubblicherò presto, tratto di altri argomenti come le condizioni lavorative disumane, la discriminazione nelle sue molteplici forme, l’arroganza della guerra.

Vivi ad Amsterdam. Musicalmente parlando quali sono le differenze con l’italia?

Vivo ad Amsterdam ma son bolognese, budriese per l’esattezza. Non dimentico le mie radici. La storia musicale della mia città d’origine si racconta da sola: È magnifica. Ad Amsterdam c’è una comunità musicale internazionale con musicisti di alto livello, che è molto stimolante. Forse proprio il fatto di essere multiculturale è la sua forza.

Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?

Sono fondamentali! Soprattutto per portarla avanti. Forse la più importante è la motivazione. La passione per la musica la può coltivare chiunque, a qualunque età. La costanza è indispensabile per raggiungere un buon livello con lo strumento e per non demordere quando tutto sembra portare ad un vicolo cieco. La chiave é la motivazione: “Perché lo sto facendo?” Confesso di non aver mai cercato fama o ricchezza.

Com'è il tuo rapporto con il web e i social?

Son diventati il nuovo ”mai più senza” dei nostri tempi. Nessun artista ne può più fare a meno. Io non ne sono un amante, anzi credo che, per quanto utili, ci facciano perdere un sacco di tempo. Stanno cambiando radicalmente la percezione che abbiamo della realtà, in modo spesso negativo. Credo che sia meglio prenderli a piccole dosi, altrimenti provocano effetti collaterali.

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro della musica?

Mi piacerebbe saper rispondere. Vorrei che la musica fosse un veicolo di idee, uno scambio fra le culture, non un modo di vendere dischi. Adoro i generi musicali che si mischiano per dar vita a qualcosa di nuovo, di diverso. Vorrei che la musica fosse de-industrializzata, che tutti potessero fruire del piacere di un’istruzione musicale, di connettersi suonando insieme.