Gli artisti Jova e Amado riuniscono Brasile e Italia nel singolo bilingue "Só EU", disponibile da venerdì 27 settembre 2024 su tutte le piattaforme digitali. In "Só EU", Diego Jovanholi, noto come Jova, si unisce al cantante italiano Amado per una collaborazione che passa dal portoghese all'italiano, creando un brano ballabile e introspettivo. La canzone, evidenziata da un trio di ottoni che aggiunge profondità ed energia, fa parte del prossimo EP di Jova, intitolato "Solitude", la cui uscita è prevista per la fine dell'anno.
Abbiamo scambiato qualche parola con i due artisti per ripercorrere le loro prime volte legate alla musica:
La prima canzone di cui hai dei ricordi.
Amado: È il 14 novembre 1995 suggerisce Wikipedia, è la tappa di Nizza, qui in Riviera, dello “spirito divino tour mondiale” di Zucchero. Sono in collo a mio padre e sto canticchiando “X colpa di chi” ( chichichirichi ripeto!) ho due anni e tre mesi, e sono felice
Jova: Sono cresciuto circondato dalla musica, provenendo da una famiglia profondamente musicale. Negli anni '80 e metà degli anni '90, la mia famiglia gestiva un centro culturale a Belford Roxo, nella periferia di Rio de Janeiro. Questo spazio ha lanciato varie band reggae che sono diventate famose in Brasile negli anni '90. Così, la prima canzone di cui mi ricordo è, naturalmente, un reggae. In particolare, 'Pass The Dutchie', che i miei zii suonavano agli eventi del centro.
Il primo poster che hai appeso in cameretta.
Amado: Una fotografia a mezzo busto dei Beatles
Jova: Negli anni '90, il Brasile ha vissuto un vero boom di anime, e da allora ne sono ossessionata. Il mio primo poster è arrivato insieme alla rivista 'Herói' e raffigurava i Cavalieri dello Zodiaco e Dragon Ball. In seguito, l'ho sostituito con uno degli Iron Maiden e Helloween.
Il primo strumento che hai avuto.
Amado: Un tamburello che suonavo con i mestoli da cucina (allego foto)
Jova: Il mio primo strumento è stata una chitarra presa in prestito da mio cugino, una Gianinni con corde di nylon. Le corde erano così alte che sembrava quasi un berimbau.
Il primo brano che hai scritto e cosa ne pensi di lui adesso.
Amado: Il primissimo brano l’ho scritto a 13 anni e suonato dal vivo con la mia prima band, i grandfathersound, che ancora oggi sono la band di Amado dal vivo. Si chiamava “Dimmi”. Adesso penso che per essere stato un esercizio così giovanile, aveva la sua dignità
Jova: La prima canzone che ho scritto l'ho fatta insieme ai miei amici di scuola, quando avevo 12 anni. Si chiamava 'Nas Noites de Paris e nas Noites de Veneza'. Era un gioco sulle notti, qualcosa di molto infantile.
La prima critica negativa che hai ricevuto e come ti ha influenzato.
Amado: Coro di seconda elementare, la maestra mi faceva fare i cori secondari mentre io avrei voluto intonare il canto principale ma mi venne detto che avevo tutta la voce in gola, che ero più adatto ai cori: quell’anno ho iniziato a suonare la chitarra
Jova: Non sono mai stata un bravo musicista, e i miei parenti non perdevano occasione per sottolinearlo. È stato persino traumatico! Per questo motivo, ho deciso di concentrarmi maggiormente sulla scrittura dei testi.
Il primo concerto a cui hai assistito.
Amado: lo stesso della prima canzone di cui ho fotografia nella mente
Jova: Il primo concerto a cui ho assistito è stato quello della band di mio zio, i KMD5, durante un festival di strada. Hanno suonato insieme ai Cidade Negra, in un evento reggae.
La prima volta che hai suonato dal vivo.
Amado: Esclusi i saggi di chitarra da bambino, il primo vero concerto è stato nell’estate del 2007 sul palco comunale estivo di Ventimiglia. Con me c’erano già Francesco alla tastiera, oggi co-compositore di alcune delle mie canzoni e all’epoca dodicenne, e Andrea al basso, anche lui ancora insieme a me tutt’oggi. Avevamo suonato: welcome to my life - the simple plan, old time rock and roll- Bon seger, wake me up when September ends - green day, feel good inc. - gorillaz, I love rock and roll - Joan jett
Jova: La prima volta che ho suonato dal vivo è stato con la mia band dei primi anni 2000, chiamata Lacônico. Abbiamo fatto un concerto per circa 30 persone, e avevo un grande nodo allo stomaco! Fin dall'inizio abbiamo creato la nostra musica, oltre a suonare alcune cover.