Esce su tutte le piattaforme digitali venerdì 4 ottobre 2024 "CASA Dalì", il nuovo EP del cantautore abruzzese Loris Dalì e già anticipato dal singolo "Se citofoni scendo". Impregnato di leggerezza e della semplice poesia della quotidianità, "CASA Dalì" è un disco completamente analogico, fatto in casa e registrato a mano dallo stesso artista che definisce se stesso come "un cantautore stagionale".
Abbiamo ripercorso insieme a lui le sue prime volte legate alla musica:
La prima canzone di cui hai dei ricordi.
Direi le musicassette che ascoltavano in macchina i miei genitori, soprattutto durante i viaggi per andare in vacanza ad agosto. Ricordo le raccolte del Festivalbar e qualche disco di Celentano. Un altro ricordo sbiadito che ho, anche perché ho una certa età, è di me che registro nella musicassetta dalla radio “Russians” di Sting e poi con un faticoso stop and play cerco di trascrivere il testo.
Il primo poster che hai appeso in cameretta.
I Duran Duran. Rappresentavano l’umore di quegli anni caratterizzati da successo, benessere, moda ed eccessi ed io, che negli anni 80 ero un ragazzo ne ero molto affascinato. Li ho visti dal vivo molti anni dopo nel tour della reunion della band originale e ricordo che il pubblico era composto prevalentemente da donne della mia età ancora urlanti ed innamorate di Simon Le Bon o di John Taylor. Le stesse ragazze che, come me, anni prima avevano appeso il loro poster in cameretta.
Il primo strumento che hai avuto.
In casa non c’erano strumenti e nessuno suonava, ma visto che si intravedeva in me una certa predisposizione alla musica, mi regalarono una chitarra. Era una chitarra classica normalissima a cui ho apportato poi delle modifiche. Riverniciata di nero, con scritte e pick up per l’amplificazione, ma non fu un buon lavoro, infatti non era un granchè come suono, però ci ho scritto le primissime canzoni. Penso che sia ancora in soffitta a casa dei miei.
Il primo brano che hai scritto e cosa ne pensi di lui adesso.
Il primissimo brano l’ho scritto quando avevo forse 12/13 anni. Mi avevano comprato questa prima chitarra e, non ricordo perchè, mi trovai a fare lezioni di musica. Solfeggio, pentagramma, note ecc., non durai più di qualche settimana, ma ad un certo punto mi presentai a lezione con una canzone scritta da me su spartito. Era una canzoncina molto semplice, in inglese. Non ricordo il titolo, ma ricordo quasi tutto il testo, la melodia e che parlava di ragazze. Oggi penso fosse molto banale, però mi fa tenerezza ripensare al me di allora che scrive una canzone senza sapere neanche da dove sia arrivata l’ispirazione per farlo ed infatti, a ripensarci, il maestro di musica era molto sorpreso.
La prima critica negativa che hai ricevuto e come ti ha influenzato.
Vere e proprie critiche negative non ne ho ricevute a dire il vero, però potrei dirti di un provino, anni fa a Milano. Era per un etichetta abbastanza importante ed eravamo una decina di artisti ad esibirci uno alla volta con un pezzo nostro davanti al direttore artistico, oltre ad alcuni giornalisti ed artisti. Durante la mia esibizione il direttore artistico scuoteva la testa ed io pensavo che non gli piacesse la canzone, anzi credo di averla cantata anche male perché un po' in ansia. Finito il pezzo il direttore mi dice “In un mondo perfetto ti farei firmare ora un contratto, ma devo farti prima una domanda. Quanti anni hai?”. Io al tempo ne avevo circa 40 e mi disse con grande rammarico di no. In quel momento me ne andai un po' stizzito, ma col senno di poi ho capito che era giusto così perché con quell’audizione cercavano un altro tipo di artista. Successivamente ho di nuovo parlato con quel direttore artistico che oggi invece gestisce un etichetta sua, si ricordava di quell’episodio ed a distanza di tempo ho avuto modo di ringraziarlo, perché quel giorno più che una critica mi fece un complimento.
Il primo concerto a cui hai assistito.
Ero in campeggio a Rimini con gente più grande di me, tutti maggiorenni tranne io che ne avevo forse 14. In quella settimana suonava Vasco Rossi all’autodromo di Misano e si decide di andare. Ero così piccolo che andai in una cabina a chiamare i miei per dirglielo, pensavo che non potessi entrare. Credo fosse il tour di Liberi Liberi intorno al 1990.
La prima volta che hai suonato dal vivo.
La prima volta che ho suonato dal vivo è stato al concerto della scuola in terza superiore. Avevamo formato una band per l’occasione e ci chiamavamo Love Bandits. Abbiamo suonato in un teatro davanti a tutta la scuola una manciata di cover ed un pezzo mio, perché già allora avevo velleità da cantautore. Ho ancora la videocassetta di quel concerto ed è esilarante perché suonavamo oggettivamente male, ma essendo popolari a scuola avevamo un folto pubblico osannante.