Shampisti è una band marchigiana. Il loro ultimo singolo s'intitola "Anestesia", e la band ha deciso di devolvere i proventi che ne ricaveremo alla lotta contro il coronavirus, più precisamente “Raccolta fondi per l’Ospedale di Pergola  per la gestione dell’emergenza COVID-19” promossa da Aspecc Onlus  Pergola.

Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?

Siamo quattro musicisti con gusti ed esperienze molto diversi e crediamo che questa sia la nostra più grande ricchezza.
Ci siamo trovati per caso nel 2014 a riproporre a modo nostro i classici del pop italiano e da lì, un po’ come tutte le band che hanno iniziato con le cover, non ci siamo più fermati.
Sicuramente l’esperienza live (oltre 300 concerti in 5 anni tra piazze, club, feste soprattutto nella nostra Regione, le Marche) ci ha formato e ci caratterizza molto.
Nel 2018 abbiamo sentito l’esigenza di cominciare a proporre qualcosa di nostro e sono nati i primi due singoli “Zizzania” e “Spostare il disordine”. Sentirli cantare a squarciagola da chi ci segue nei concerti è stata la molla per continuare sulla strada degli inediti.

Ci parlate del vostro singolo “Anestesia”?

Abbiamo scritto Anestesia tra ottobre e dicembre 2018, registrata nella primavera del 2019, suonata dal vivo solo una volta al Teatro di Cagli (PU) lo scorso novembre.
L’idea era di pubblicarla a settembre 2020 come ultimo singolo del nostro primo album.
Il brano parla di un uomo che va incontro al suo destino. Può essere l’incontro con una donna desiderata, con un sogno da realizzare, con la morte, con una sconfitta, con un progetto che è andato diversamente da come si era pensato…
Nel ritornello c’è un verso che dice “E’ un controsenso vivere per fingere”.
Quello che conta è vivere con consapevolezza e senza finzioni, raccontandosi la verità.
In questi giorni a casa, mentre stavamo ripensando a tutta la nostra attività futura, vedendo la situazione così difficile per tutto il nostro paese, ci siamo tutti e quattro accorti che questa canzone stava assumendo per noi un sapore ancora più intenso, un significato ancora più profondo.
Abbiamo deciso di pubblicarla, consapevoli che in questo mare di umanità che lotta per sopravvivere la nostra è solo una piccola goccia che vuole dare qualche minuto di sollievo e di evasione.

Avete deciso di devolvere i proventi che ne ricaveremo alla lotta contro il coronavirus?

I proventi che ci deriveranno da Anestesia saranno interamente devoluti alla lotta contro il coronavirus e abbiamo deciso di destinarli alla “Raccolta fondi per l’Ospedale di Pergola per la gestione dell’emergenza COVID-19” promossa da Aspecc Onlus Pergola, l'Associazione di Solidarietà Pergolese verso i colpiti da cancro.
La scelta di questa destinazione è stata condivisa col Maestro Walter Valentini, il giovanissimo 92enne protagonista del video di Anestesia.
Walter è un pittore, scultore e incisore, riconosciuto a livello internazionale nel campo della grafica e dell'incisione.
E’ estremamente legato alle sue origini, è nato e cresciuto a Pergola, piccola città del pesarese in cui viviamo (a parte Stefano, il nostro chitarrista che è di Corinaldo, a pochi km ma già nell’anconetano).
Ed ecco la scelta dell’ospedale di Pergola. Siamo che è un gesto minuscolo di fronte alla marea di iniziative in tutta Italia, ma anche noi vogliamo fare la nostra parte.

Progetti per il futuro?

Per prima cosa, terminare il disco appena sarà possibile.
Nel bel mezzo delle registrazioni in studio ci siamo dovuti fermare per la situazione che tutti conosciamo.
Lo stop dei lavori del nostro album in questo momento adesso è l’ultimo dei problemi e non ha senso preoccuparsi e dispiacersi di questo. La salute viene prima di tutto e ora è il tempo di stare a casa e di seguire alla lettera le disposizioni delle istituzioni. Un pensiero di gratitudine a tutti gli operatori sanitari, a coloro che lavorano per questa situazione critica e la nostra vicinanza a chi è nella sofferenza.
Sarà un album con 10 brani, che conterrà già i nostri brani editi Zizzania, Spostare il disordine e Anestesia.
E poi tornare a suonare live, che è la cosa che ci manca di più, portando le nostre canzoni.

Cosa pensate della situazione attuale riguardante i concerti?

L’impressione che abbiamo è che non sarà facile né immediato tornare alla situazione prima di questa emergenza. Questo periodo di stop forzato inevitabilmente modificherà anche le relazioni sociali e tutte quelle attività che hanno a che fare con pubblico (concerti, eventi sportivi, ecc…).
Sicuramente il mondo della musica si adeguerà, come già sta facendo, con streaming e altre iniziative veramente belle e interessanti, che molto spesso rivelano lati intimi, “casalinghi” e quei retroscena che avvicinano artisti e pubblico.
Certo è che le sensazioni di un concerto come conosciamo tutti è impagabile. E ci auguriamo quanto prima che possiamo tornare in tutta sicurezza a gustare l’esperienza live di un concerto o di qualsiasi evento.

Com'è il vostro rapporto con il web e i social?

Li utilizziamo molto e abbiamo la fortuna di curarli personalmente noi.
Facebook e Instagram sono praticamente il nostro contatto diretto con il pubblico tra un concerto e l’altro e abbiamo una fanbase molto attiva e reattiva.
Sul canale YouTube ci sono invece i nostri video ufficiali.
Ci piace essere presenti con i nostri contenuti e le nostre esperienze. Buttiamo sempre un occhio alle tendenze del momento, ma cerchiamo di essere autentici e originali nel comunicare il nostro percorso musicale.

Come vedete il futuro della musica?

I mezzi e la tecnologia di questi ultimi anni permettono a tutti di poter presentare la propria musica al mondo. Questo è molto bello e stimolante. Crediamo che a volte la ricerca “dell’essere sempre sul pezzo”, sempre “in onda”, sempre “in hype” porti a perdere di vista il cuore del fare musica: emozionare, stimolare, entrare nel profondo delle persone, esplorare l’umanità e il mondo solo come la musica e le canzoni sanno fare.
Siamo convinti che ci sarà un ritorno all’autentico, al profondo e avrà grandi risvolti anche nella musica, e anche questo periodo di “anestesia”, dove un virus microscopico ha bloccato tutto il mondo, contribuirà a questo.