La band Iohosemprevoglia ci presenta un nuovo singolo dal titolo "Mi piaceva da morire".

Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?

Certamente Sanremo nel 2012, ci ha dato consapevolezza di come funzionano davvero le grandi realtà discografiche. Altrettanto importante è stata anche la gavetta fatta negli anni precedenti, fatta di locali pieni e locali vuoti, situazioni al limite ma anche grandi soddisfazioni e conferme.

È uscito il vostro nuovo singolo “Mi piaceva da morire”. Ce ne volete parlare?

“Mi piaceva da morire” è stato scritto in piena pandemia, avevo appena finito di (ri)leggere “Orientarsi con le stelle” di Carver e avevo in petto la sensazione che sempre Carver ti lascia. Scrivendolo ci ho visto le sue storie, l’utile malinconia che due anime ereditano l’una dall’altra e il residuo che alla fine, dopo tutto quel fluire di parole e carezze, resta in ognuno. Ho cercato di raccontarlo per immagini e azioni concrete, simulando (mai farei un paragone) il modo di Carver. La musica, anzi, l’arrangiamento ha seguito e sottolineato questi elementi fotografici, supportando l’atmosfera sospesa delle parole.

È accompagnato anche da un videoclip. Dove è stato girato?

Il videoclip di Mi piaceva da morire è stato ideato e girato da Alberto Mocellin aka Balto, con cui lavoriamo davvero da sempre. È stato girato tra Monopoli e lo studio di Alberto.

Iohosemprevoglia

Quanto conta secondo voi la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?

Passione e costanza, soprattutto. La motivazione viene e si accresce coi risultati, quando ci si accorge che quello che si sta facendo, va nella direzione giusta. Noi nel 2010 compilammo un’agenda con tutti gli indirizzi fisici delle etichette con cui ci sarebbe piaciuto lavorare e facemmo un viaggio della speranza di una decina di giorni da Monopoli a Milano, dove andammo letteralmente a citofonare alle case discografiche proponendo il nostro lavoro. Bisogna metterci tutto. Persino il tempo che non si ha.

Qual è il messaggio che volete comunicare attraverso la vostra musica?

Non un messaggio solo. Alla fine sono canzoni, ognuna ha il suo senso, ma ci piace che chi ci ascolta riesca a riconoscerci dalle prime note di un brano. Questo, da quanto vediamo, succede.

Com’è il vostro rapporto con il web e i social?

Abbiamo iniziato con MySpace, per dire. Quindi su questo o quel social ci siamo sempre stati, ci piace, non demonizziamo nulla di quei luoghi virtuali. Come per qualsiasi aspetto dell’esistenza, sta tutto nell’uso che se ne fa.

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Certamente un altro singolo. Anzi, direi due, con relativi videoclip. Poi l’uscita del disco che, però, non ha ancora un titolo. Fermi non resteremo, promesso.