Impegno, umiltà e ambizione, sono fondamentali, secondo Andrea Balzani, per fare la differenza e vivere di musica, come anche trovare un proprio stile riconoscibile. Pur avendo avuto una formazione classica, si è sempre interessato alla sperimentazione di nuove sonorità.
Che studi musicali hai fatto?
Mi sono avvicinato alla musica già in tenera età intraprendendo più avanti studi privati più seri per poi approdare in conservatorio dove ho conseguito la laurea triennale in Pianoforte e la specialistica in Musica da camera. Attualmente al lavoro di ricerca e perfezionamento affianco gli studi di composizione e arrangiamento.
Il tuo è uno studio della musica: quella più antica, come il canto gregoriano, la musica sacra, la musica da camera, le sonorità antiche e contemporanee per poi avvicinarti alla musica sperimentale, all’elettronica, al jazz. C’è una che predomina sulle altre? Anche nelle tue composizioni?
Sono sempre rimasto affascinato dai suoni e da tutto ciò che sia musica indipendentemente dal contesto. Provenendo dal conservatorio, il mio background è fondamentalmente classico, ma ho sempre ascoltato e apprezzato anche generi diversi e distanti tra loro, dalla musica classica fino all’elettronica, dal jazz al metal passando per le contaminazioni e le nuove sperimentazioni. Naturalmente il mio stile compositivo inevitabilmente ricalca gli stilemi classici, ricco di sinfonismi e sonorità orchestrali, ma c’è spazio anche per sonorità elettroniche, assoli chitarristici in stile prog metal e atmosfere tastieristiche.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con le tue composizioni?
Trattandosi quasi esclusivamente di un progetto strumentale, non parlerei tanto di un messaggio verbale quanto di un invito per l’ascoltatore alla riflessione e alla meditazione, un lasciar pensare.
Ci parli del tuo progetto ‘’TZAD’’?
Il progetto TZAD è nato nel 2012 dall’unione di due precedenti progetti (“Skyline Project” e “Rhain”) con l’intento di fondere insieme sonorità Ambient\Cinematic con influenze Metal, Classiche ed Elettroniche. Attualmente il progetto ha all’attivo due album (“Essential” – “The New Era”) e “Alchemy”, quest’ultimo in fase di lavorazione; punto di forza sono le sonorità maestose, sinfonismi classici ed atmosfere esoteriche tipiche delle colonne sonore, senza tralasciare i virtuosismi dei grandi tastieristi e chitarristi progressive\neoclassic metal.
Cosa bisognerebbe trasmettere agli artisti emergenti per far si che divulgano la musica originale?
Oggi più che mai, in un momento dove attualmente il mercato musicale è saturo, credo che sia di fondamentale importanza per un artista crearsi un proprio stile personale immediato e riconoscibile, assorbendo quante più esperienze possibili e fonderle in un linguaggio proprio evitando il più possibile di essere accostati a qualcosa che già esiste rischiando cosi di essere etichettati come scontati o ripetitivi.
In che modo il web e i social possono essere utili per far conoscere la propria attività?
Il web e i social hanno sicuramente oggigiorno un ruolo fondamentale e irrinunciabile nella promozione e divulgazione dell’artista, ma non dobbiamo però mai perdere di vista la qualità e il livello di ciò che si propone che deve essere sempre alto.
Come vedi il futuro della musica?
E’ una situazione complessa, il panorama musicale è pieno di ottimi musicisti di talento che per tutta una serie di motivi, soprattutto economici, non riescono ad emergere e farsi conoscere come meriterebbero. Non dimentichiamoci poi della situazione italiana, nettamente sfavorevole, per chi vuole inserirsi in questo campo, e di certo questo fattore non aiuta. Il consiglio che mi sento di dare, non solo agli altri ma anche a me stesso, è quello di non lasciarsi scoraggiare, credere in quello che si fa e andare sempre dritti verso i propri obiettivi, non è affatto facile ma impegno, umiltà e ambizione nel tempo possono sicuramente portare molto in alto.