Andrea Lorenzoni è un cantautore italiano. Il suo nuovo disco s'intitola "Senza fiori", e racchiude canzoni inedite, ognuna delle quali ha un suo messaggio ben preciso.
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
L'esperienza musicale che mi ha maggiormente formato è quella con i Divanofobia. Cantare, suonare il basso e scrivere i testi assieme ad altri musicisti per cui si prova ammirazione è stata una palestra importante. Con i Divanofobia ho avuto modo di fare molti concerti e quindi anche molta esperienza dal vivo. Per la stesura dei testi la pratica nel mondo della poesia contemporanea - e quindi il confronto con poeti ed editori - è stata molto formativa; ha avuto un peso il potermi misurare con cantautori di più lunga esperienza e con svariati produttori musicali.
È uscito il tuo nuovo disco "Senza fiori". Ce ne vuoi parlare?
“Senza fiori” è un disco con cui volevo sentirmi libero di esprimermi nella forma più libera e personale. Ho fatto pochi ragionamenti di natura commerciale e molti di natura artistica. Il criterio utilizzato per la scelta dei brani è stato quello della bellezza ai miei occhi, esercitando onestà intellettuale nei confronti di me stesso.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con le tue canzoni?
Ogni canzone ha un suo messaggio specifico, un suo argomento. L'insieme dei messaggi, in questo disco - e in forma diversa in quello precedente - vuole comporre un puzzle che vede nei valori della diversità, del coraggio, della verità, e nella fiducia nel pensiero in continua evoluzione, alcuni dei temi principali.
Cosa pensi del panorama musicale attuale? La musica originale di oggi può essere considerata di qualità?
Del panorama musicale attuale mi interessa tutto ciò che sorprende e che non è stato fatto prima. Quando ascolto una soluzione produttiva o compositiva originale drizzo le orecchie. Penso che la musica originale di oggi a più larga diffusione presenti elementi di qualità ed elementi di bassa qualità. Gli elementi che trovo più frequentemente di bassa qualità sono il testo e lo stile utilizzato (poca originalità).
Riguardo la diffusione della musica inedita. Quali sono le difficoltà per un artista che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?
Le principali difficoltà riguardano il numero elevato di contendenti all'esibizione, la salute delle relazioni fra locali, agenzie di booking, manager e artisti e forse la scarsa possibilità per i club di osare, ospitando artisti meno chiaramente inseribili in un genere o in una fascia di mercato. Credo ci sia spazio per il prodotto commerciale e troppo poco spazio per l'arte.
Com'è il tuo rapporto con il web e i social?
Il mio rapporto con il web e i social è misurato e positivo. Evito di condividere il superfluo ed evito di affrontare in questi spazi questioni serie che hanno bisogno di ben altri contesti. Sui social comunico soprattutto le mie attività musicali e poetiche.
Come vedi il futuro della musica?
Penso che il futuro della musica sarà scritto dagli artisti di talento che fortunatamente compaiono ciclicamente, nella loro irripetibile unicità. A livello produttivo le tecnologie continueranno a portare nuove soluzioni sonore e ad indirizzare l'arte verso nuovi orizzonti. Si diffonderanno strumenti musicali diversi, magari legati a nuove tecniche. Mi auguro che nei paesi in cui lo sviluppo culturale umano riuscirà a svilupparsi in maniera più omogenea verso la complessità del pensiero possa aumentare la qualità della musica, proprio lungo le aree di attuale debolezza di cui parlavo prima. Credo che sia auspicabile una maggiore differenziazione del mercato musicale che possa aprire ancora nuovi spazi, in Italia, per musiche differenti.