Luca Mozzillo è un giovane sassofonista, che ha una grande passione per il suo strumento: il sassofono. Dopo tante esperienze ha avuto l’opportunità di suonare al Teatro San Carlo di Napoli. Ma non ha intenzione di fermarsi. Il suo studio del sassofono va al di la della pratica e del saper suonare questo affascinante strumento. E’ un vero e proprio studio della sua storia e del ruolo che ha avuto in questi anni, e come valorizzarlo in futuro e per le prossime generazioni di sassofonisti.
Quali sono le esperienze musicali che ti hanno maggiormente formato?
La mia formazione è ancora in corso. Oltre a ultimare i miei studi in Conservatorio sto imparando tantissimo con la Sonora Junior Sax. Oltre ad essere un'orchestra di alto livello è soprattutto importante la possibilità che ci danno di confrontarci con grandi nomi del sax! E sono sicuro che così imparerò sempre di più!
Hai suonato al Teatro San Carlo con l'Orchestra Giovanile Sanitansamble. Ci racconti di questa esperienza?
È stata un'esperienza indimenticabile e ho provato emozioni indescrivibili! È stato senza dubbio un momento anche di forte tensione e molto faticoso dal momento che c'è stata una lunga e dura preparazione, ma è un'esperienza che vorrei ripetere tantissime volte ancora!
Tra i tuoi obiettivi, c'è la valorizzazione del sassofono e la salvaguardia della scuola napoletana. Vuoi approfondirci il discorso?
Per quanto riguarda il saxofono ritengo che sia uno strumento capace di eseguire un repertorio molto vasto. Le sue potenzialità sono forse poco note anche se possiamo facilmente intuirle dal fatto che si sia affermato tantissimo in poco tempo. Tra l'altro, vista la sua "giovinezza", non sono ancora del tutto definite. Purtroppo viviamo in un epoca dove i giovani compositori sono poco valorizzati e questo limita il repertorio del sax, soprattutto in orchestra. Siamo troppo ancorati al passato e questo penalizza questo strumento. È vero che il sax non ha mai avuto una "vita" facile se pensiamo che quando Rossini si batteva per istituire il suo insegnamento nei Conservatori italiani esso era considerato uno strumento esclusivamente bandistico. Non è stato accettato facilmente anche se vi sono momenti importanti in compositori come Bizet e Ravel per poi arrivare alla gloriosa epoca del jazz. A mio avviso bisogna continuare a proporre repertorio saxofonistico originale sia del passato (soprattutto se poco conosciuto) sia inedito, poi il saxofono saprà valorizzarsi da sé. Per quanto riguarda la scuola napoletana, invece, intendo lanciare un appello ai colleghi ma soprattutto ai musicologi: è noto a tutti il legame fortissimo tra la città di Napoli e la musica. Cominciamo col Cinquecento, quando nacque l'Opera buffa e continuando ricordiamo la nascita dei conservatori, la costruzione del teatro San Carlo, compositori come Cimarosa, Scarlatti, Paisiello, Pergolesi esponenti della scuola napoletana e altri provenienti da altre zone(come Mozart)che da essa sono stati influenzati. Arriviamo all'Ottocento con la canzone classica napoletana che vanta interpreti dal calibro di Enrico Caruso fino a Luciano Pavarotti, José Carreras e Placido Domingo passando per Claudio Villa, Giuseppe Di Stefano, Beniamino Gigli e Roberto Murolo. E rimanendo in questo periodo che va da metà Ottocento a fine Novecento ricordiamo il confronto tra Napoli e altre culture citando Renato Carosone che si confronterà con ritmi africani e americani e Pino Daniele e i Napoli Centrale che si confronteranno con jazz,blues ecc... In ultimo chiudiamo con la Nuova Compagnia di canto popolare del M°Roberto De Simone che valorizzerà la tradizione folk partenopea. Lo dico da napoletano prima e da musicista poi: Napoli,un tempo definita la capitale della musica, dopo quattrocento anni di una gloriosa storia musicale riesce più a farsi valere nel mondo della musica?
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Nel futuro ho diversi progetti: dopo l'esperienza del teatro San Carlo con l'Orchestra giovanile Sanitansamble abbiamo da poco inciso un disco che uscirà a breve. Poi dopo un ottimo inizio con la Sonora Junior Sax, dove ho anche avuto l'onore di accompagnare il sassofonista di fama internazionale Jerome Laran, continueremo con numerose attività come una masterclass con i sassofonisti Massimo Mazzoni, Lucy Derosier e Marco Gerboni. Inoltre continuerò a far crescere la giovane orchestra Saxsmania e debutterò come arrangiatore curando un arrangiamento per il Liceo musicale di Acerra. Infine cercherò di realizzare progetti per la valorizzazione del saxofono di cui parlavo prima e vedremo quali altre opportunità ci saranno!
Come bisogna usare il web e i social, secondo te, per avere maggiori opportunità di farsi conoscere come artista?
Credo che il web non sia altro che uno dei tanti strumenti a nostra disposizione. Quindi come tale non sostituisce la vita reale. Bisogna prima di tutto valorizzarsi nella vita reale, poi il web potrà venirci incontro con una maggiore diffusione delle nostre attività.
Come vedi il futuro della musica?
Molto incerto, ogni giorno possono esserci radicali cambiamenti. Tuttavia credo che non dobbiamo farci distrarre troppo dai vari fenomeni che attraversano il mondo della musica. Ogni nostra distrazione è tempo in meno che dedichiamo allo strumento che alla fine è la cosa principale delle nostre attività musicali!