Secondary Street è una band italiana. Il primo EP pubblicato s'intitola "Riding Window Side".
Com'è nata la vostra band? Che musica fate?
Il nostro trio nasce dall’incontro tra Davide ed Elisabetta. Davide aveva iniziato a scrivere dei pezzi e cercava qualcuno a cui piacessero e avesse voglia di metterci mano. Elisabetta è entrata subito nel mood dei primi appunti e abbiamo iniziato a lavorare insieme. C’era molto spazio ancora, così abbiamo iniziato a pensare ad un solista. Volevamo qualcosa di brillante ma un po’ retrò: un trombettista! Federico si è unito così ai Secondary.
Quali sono state le tappe più importanti del vostro percorso musicale?
Non è da molto che suoniamo insieme e questo è stato un anno particolarmente faticoso per tutti specialmente in questo settore. Momenti fondamentali sono stati gli incontri tra di noi, inizialmente tra Davide ed Elisabetta e poi con Federico. È nata subito una sintonia sia a livello umano che musicale. La prima vera tappa importante come trio è stata la realizzazione del disco appena prima del secondo lockdown.
E' uscito il vostro primo EP "Riding Window Side". Ce ne volete parlare?
Riding è un album molto umano. Ci sono scritte le cose di chi si trova ormai ad un buon punto del cammino. È un disco scritto guardando sia avanti che alle nostre spalle, senza pretesa di dare delle risposte apre una lunga discussione con noi stessi. È come quando ti trovi davanti a un drink con il tuo migliore amico, e ti abbandoni al racconto senza troppe riserve. Ecco, se non si interrompe il flusso di coscienza nasce Riding Window Side, potrebbe essere un disco scritto sui sottobicchieri di un bar.
Qual è il messaggio che volete comunicare attraverso le vostre canzoni?
Se ascoltate i brani ci troverete un sacco di immagini, molti colori diversi, molte delle sensazioni che avete provato anche voi. Vengono raccolte tra le note, tra le strofe. Sono brani che ti danno il la per una riflessione personale, il messaggio lo troverete da soli.
Ci sono degli artisti a cui vi ispirate per la vostra musica?
Non ci sono artisti in particolare a cui ci ispiriamo. Diciamo che ognuno di noi, nella sua diversità, ha portato una parte del proprio percorso musicale e il risultato è una fusione di tre stili differenti. Siamo tre elementi molto diversi a livello musicale ma abbiamo in comune la voglia di creare qualcosa di nuovo senza avere la pretesa di definirci in un genere a priori.
Quali sono i pro e i contro dell'era digitale?
L’era digitale ha portato la musica nelle case e l’ha resa alla portata di tutti. Se usati in maniera intelligente gli strumenti digitali sono un’ottima risorsa. Di contro c’è la deformazione delle band che vivono la musica solo sui social, vivono il web ma pochissimo la realtà. È un rischio concreto, i social ti tolgono tempo per suonare. La mancanza più grossa che noi sentiamo, in particolar modo in questo periodo, è il fatto che il digitale si sta sostituendo sempre più alla musica dal vivo. Sentiamo la mancanza dei live e crediamo che la musica, oltre che essere diffusa a livello digitale, debba anche continuare ad essere un luogo di vita vissuta, un momento unico e irripetibile che solo il live è in grado di rendere.
Cosa possiamo aspettarci per il futuro della musica?
Sicuramente dobbiamo essere aperti al cambiamento cercando di prenderne gli aspetti positivi e sfruttando al massimo tutte le risorse che offre il mondo della musica, rimanendo però sempre noi stessi. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Quello che ci auguriamo è di continuare a vivere la musica come qualcosa di bello che ci aiuta a riflettere ed approfondire quello che viviamo. Quanto a noi, rimaniamo produttivi e ispirati, aperti al cambiamento. Resistiamo a questo periodo di difficoltà e saremo live non appena sarà possibile, quindi… stay tuned!