La canzone napoletana ha un'immensa tradizione alle spalle, si è diffusa in tutto il mondo, riconosciuta per il suo stile unico, contaminato e riconoscibile. Nata nella città musicale per eccellenza, Napoli, è divenuta in poco tempo un patrimonio musicale, culturale e artistico invidiabile in tutto il mondo.
La canzone napoletana ha una storia lunga. Fu l’800 a segnare una vera svolta per la canzone napoletana classica, mentre il 900 fu il periodo più florido.
Le canzoni napoletane sono sempre accompagnate dagli strumenti simbolo della napoletanità: Mandolino, Chitarra, Calascione e Triccheballacche.
Chi non conosce le numerose canzoni classiche napoletane diffuse in tutto il mondo, come ad esempio "O sole mio", "Te voglio bene assaje", "O surdato 'nnammurato", "Funiculi funicula", "Tu vuo' fa' l'americano", "Tu si na cosa grande", "O Sarracino", "A città 'e Pulecenella"... solo per citarne alcuni.
Sono tanti anche gli artisti più moderni che hanno diffuso la tradizione della canzone napoletana, come Pino Daniele, Massimo Ranieri, Nino D'Angelo, Sal Da Vinci, Gigi D'Alessio, portandola alla conoscenza anche di generazioni più giovani.
Ma ora parliamo di libri sulla Canzone Napoletana, ne abbiamo fatto una lista.
Libri sulla Canzone Napoletana
1) Storia della canzone napoletana di Pasquale Scialò
Descrizione del libro: "Nanà, Nanù, Makabù, Evviva 'a tessera" si canta a Napoli nei primi anni Trenta: nomi esotici della canzone coloniale e grida di giubilo della propaganda fascista. Le canzonette di regime, tuttavia, non riescono per fortuna a occupare tutta la scena. Intorno alla metà degli anni Trenta non mancano infatti capolavori come Passione e, all'inizio degli anni Quaranta, gemme del genere comico come Ciccio Formaggio. È a partire dal secondo dopoguerra che la canzone napoletana sviluppa con nuove forme la sua costitutiva natura ibrida, rielaborando alla sua maniera le nuove tendenze che avanzano sulla scena musicale internazionale. Da Tammurriata nera e Pistol packin' mama dell'immediato dopoguerra si passa agli anni Cinquanta, in cui, accanto a canzoni destinate a permanere (Sciummo, Lazzarella, Guaglione, Tu si' na cosa grande), si inaugura il «bainait» napoletano con i suoi innesti fra tradizioni locali e matrici d'oltreoceano (Nun è peccato, Anema e core, Accarézzame!, Na voce, na chitarra e 'o ppoco 'e luna) e in cui Renato Carosone si fa largo prepotentemente sulla scena a tempo di boogie woogie e quick step. Poi arriva la stagione irripetibile degli anni Settanta, nella quale tendenze diverse convivono come in un arcipelago formato da isole immerse nel mare della lingua napoletana (James Senese, il rock progressive degli Osanna, il giovane music maker Pino Daniele e, negli stessi incredibili anni, la sceneggiata di Mario Merola e Pino Mauro e la nuova canzone sottoproletaria di Patrizio e Nino D'Angelo), fino ai neomelodici e ai singolari esiti del nuovo Millennio, in cui il rap e fenomeni come Liberato pongono allo studioso problemi di non facile risposta. Su questa ampia scena musicale si snoda il racconto della canzone napoletana dal 1932 al 2003, in un'appassionante narrazione che mescola costume, documenti musicali, interviste inedite, immagini, letteratura, cinema, teatro, clip. Una storia lunga e articolata, che include testi originali con traduzione a fronte, una bibliografia ragionata e un indice dei nomi dei protagonisti e delle canzoni citate.
2) La canzone napoletana. Il racconto di uno dei fenomeni musicali più vivi e unici dell’Italia di ieri e di oggi di Maria Sole Limodio
Descrizione del libro: Con lo stesso tono popolare e appassionato tipico delle canzoni di cui tratta, questo libro racconta uno dei panorami musicali più vivi e peculiari dell'Italia di ieri e di oggi. Un'analisi che non si limita a concentrarsi sui testi e sugli aneddoti che li circondano, ma che si infila nei vicoli dove la musica viene ascoltata, in un percorso in cui il lettore è guidato e sedotto. Napoli non è solo una città ma una Sirena, Partenope, che canta sé stessa al mondo e a chi la vive. Dai salotti di Posillipo ai pescivendoli dei quartieri, dalle signore ingioiellate del Vomero ai femminielli della stazione, la canzone è ciò che unisce da sempre tutti i napoletani, e in questo libro Maria Sole Limodio ripercorre la storia e le evoluzioni di questo legame, restituendo un pezzo importante dell'identità culturale partenopea e italiana. Dalle origini delle villanelle popolaresche al fenomeno Liberato, un viaggio attraverso la storia della canzone napoletana: Le origini, Dal ritornello delle lavandaie del Vomero a Funiculì funiculà, Salvatore Di Giacomo, La canzone classica, Il Novecento fino al secondo dopoguerra. Ferdinando Russo, Caruso, Ernesto Murolo, Libero Bovio, Carosone e tanti altri, La nuova Napoli dei ritornanti, La riscoperta della tradizione e i cantautori: Pino Daniele, Teresa De Sio Gli scugnizzi ribelli Almamegretta, 99 Posse, 24 Grana Da Nino D'Angelo a Liberato, Il festival di Napoli, L'editoria, la festa di Piedigrotta, il ruolo del cinema.
3) Ti voglio bene assai. Storia e (filosofia) della canzona napoletana di Luciano De Crescenzo
Descrizione del libro: "È come se le canzoni fossero dei tamburi emozionali che influenzano il battito del nostro cuore. Quando siamo felici, il battito accelera e ci regala un ritmo scanzonato, quando siamo un po' tristi, invece, il battito rallenta e prende la forma di una malinconica nenia. Ci consolano, sono una specie di medicina, un antinfiammatorio dell'anima. Persino Platone e Aristotele erano convinti che l'arte della musica potesse ristabilire l'equilibrio interiore e in alcuni casi incidere sulla morale dell'individuo. lo sono stato fortunato perché sono nato a Napoli, quella che può essere considerata per definizione la città del canto. Questo libro è la prova provata che Napoli è la patria della canzone: Era de maggio, 'O sole mio, Torna a Surriento, 'O surdato 'nnaumurato, Tammuriata nera, Malafemmena... Anzi, forse in fondo Napoli stessa è una canzone." (Luciano De Crescenzo)
4) Si'sta voce... Storie, curiosità e aneddoti sulle più famose canzoni classiche napoletane da Michelemmà a Malafemmena di Davide Zingone
Descrizione del libro: "Si 'sta voce" è un saggio agile, ma esaustivo, che racconta con intento divulgativo e con garbo tutto partenopeo le storie e gli aneddoti che si celano dietro le grandi canzoni del repertorio classico napoletano. Ogni brano viene presentato con il testo originale e la relativa traduzione in italiano, con notizie precise per inquadrare il periodo storico di riferimento e per tratteggiare i profili degli autori dei versi e delle musiche. Si parte dalla misteriosa e criptica Michelemmà, tarantella del XVII secolo e si giunge, in rigoroso ordine cronologico, fino a Malafemmena, capolavoro di Totò del 1951, passando per le pietre miliari del repertorio classico napoletano: 'O sole mio, 'A casciaforte, Funiculì funiculà, Te voglio bene assaje, non disdegnando un'incursione nel mondo della macchietta, dei café chantant e delle sciantose. L'universo della canzone classica napoletana, fenomeno di dimensioni mondiali, è costellato da figure mitiche di poeti avvolti nella leggenda. Davide Zingone ce li fa riscoprire, ne traccia i contorni e gli dona voce, rendendoli così più umani, più vicini, ma mantenendone intatti il fascino e la genialità artistica.
5) Guarda, stupisci. Viaggio nella canzone umoristica napoletana di Renzo Arbore
Descrizione del libro: «Il destino mi ha portato la musica, la grande tradizione napoletana e soprattutto le grandi canzoni umoristiche.» Renzo Arbore nel cuore ha da sempre Napoli, il luogo che lo ha ispirato come cantautore e come intrattenitore nel corso della sua lunga e brillante carriera. In queste pagine racconta se stesso attraverso la più intensa delle sue passioni: la canzone napoletana. Ripercorre così origini ed evoluzione di un genere intramontabile grazie alla rievocazione di artisti (alcuni dei quali conosciuti direttamente) come Maldacea, primo grande interprete della macchietta napoletana, come Roberto Murolo e come Renato Carosone, che completa la triade dei maggiori autori e interpreti della canzone umoristica. Tra ricordi illuminanti e racconti ironici, Arbore spiega perché proprio a Napoli sia stato in qualche modo «inventato il buonumore italiano». Una narrazione autobiografica affascinante in cui la storia dell’autore s’intreccia con quella di eccezionali protagonisti della musica.