Mon€y è il nome d'arte di un giovane rapper, Simone Rovelli. Il suo ultimo singolo s'intitola "Rapperotty", e l'artista sta già lavorando a nuova musica, insieme al producer Nospi. Per l'anno prossimo ci sarà un EP.
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Sicuramente ascoltare molti brani è stato di grande aiuto, ma lo è anche la lettura e l'informazione. Ho ancora tanto, tantissimo da imparare ma credo che con il tempo e la pratica tutto può succedere, basta volerlo.
Ci parli del tuo singolo “Rapperotty”?
È il brano più significativo per ciò che sto cercando di trasmettere. Credo che non sia molto semplice da comprendere fino in fondo dato che al giorno d'oggi, viene data molta più importanza al suono, alla melodia e che il testo venga sottovalutato (parlo soprattutto del genere Rap/Trap). Il brano descrive l'artista rapper di oggi: soldi, vestiti di lusso, droghe e ostentazione ma purtroppo non tutti sanno cogliere il "personaggio" che rappresentano, soprattutto i ragazzini (che sono la stra grande maggioranza dei loro seguaci). Io cerco invece di fare luce a queste cose, dove ciò che conta non è il jeans di marca, ma chi lo indossa. Questo brano è stato scritto insieme ad un mio amico che ha deciso di lasciare questo progetto ma non per questo voglio rinunciare a ciò che abbiamo creato.
Progetti per il futuro?
Dall'autunno scorso ho iniziato a lavorare con un nuovo producer molto interessante, il suo nome è Nospi. Insieme abbiamo elaborato diverse idee! Purtroppo l'avvento del Covid-19 ha rallentato i nostri progetti, ma per il 2021 ci aspettiamo grandi cose!
Sarà un EP!
Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?
È alla base di tutto. Ci vuole molta pazienza e voglia di imparare, bisogna continuare e continuare finché la passione resta accesa. Io mi sono appassionato a questo mondo da poco più di un anno, quando ho iniziato ad ascoltare delle basi trap che mi hanno sempre più catturato, e fino ad ora ho pubblicato una decina di brani. Ancora oggi mi piace molto ascoltare nuove basi e scrivere dei testi, è qualcosa che mi piace fare e finché mi piacerà, continuerò.
Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso la tua musica?
Il messaggio è ciò per cui ho iniziato a produrre musica. Come dicevo prima, in questi tempi le basi musicali prendono il sopravvento sui testi e non è sempre la scelta migliore. In una canzone, secondo me, le parole devono trasmetterti qualcosa di più, non serve chiudere una rima se nessuno la comprende. Il mio messaggio è quello di guardare oltre le persone, non prenderle sempre come esempi di vita. Se il tuo idolo si veste di lusso e fa uso di droghe, ciò non significa che per essere degli "idoli" o per essere felici, bisogna essere come lui. Vorrei trasmettere più responsabilità e più importanza in ciò che si fa della propria vita e del proprio portafoglio, anche perché sono le nuove generazioni quelle che rischiano di più.
Autoproduzione oggi. Qual è la tua visione?
È complicato, ma a volte necessario. Al giorno d'oggi per fare musica e per venderla serve solo un computer, un microfono e un sito online pronto a ricevere il tuo brano. Io ho iniziato così, ora sto cercando di andare oltre ma non credo che sia un grande problema. È giusto andare avanti ed evolversi.
Com’è il tuo rapporto con il web e i social?
Il web oggi è fondamentale, non possiamo negarlo. Anche mia nonna utilizza internet per fare da mangiare!! Scherzi a parte, oggi la tecnologia è alla portata di tutti ed è grazie a lei se abbiamo così tanti comfort. I social sono utili e pericolosi allo stesso tempo. Bisogna saperli usare bene ma anche sapersi allontanare da essi. Io ne faccio uso, si, ma ne potrei benissimo fare anche a meno.
Come vedi il futuro della musica?
In Italia il rap rimane uno dei generi che sfonda le classifiche e credo che lo sarà ancora per un po' di tempo, ma sarebbe ancora più bello se venisse fuori un nuovo genere musicale o comunque qualcosa che mai è stato fatto. Forse ho qualche idea...