Fil è un cantautore italiano. Il suo album di debutto s'intitola "Oltre il caos", pubblicato dall’etichetta NEEDA Records e distribuito da Virgin Music.

Qual è stata l'ispirazione principale dietro l’album “Oltre il caos”?

Siamo persone che vivono, si emozionano e attraversano diversi stati d'animo. E mettere insieme un po' di queste emozioni in un album e creare una sorta di connessione tra loro è stata l'intenzione principale.

Ci sono canzoni nell’album che hanno una storia particolare o un significato personale per te?

Ogni canzone nasce da un’emozione che mi porta a scrivere, quindi hanno tutte un significato personale ma tra tutte “Gusfraba”, che è la canzone che conclude l'album, dedicata ad un mio caro amico che ha attraversato un momento di vita difficile, una malattia che ha sempre affrontato con il sorriso dando la forza anche a chi gli stava vicino.

Ci sono alcuni suoi audio che ho voluto mettere per ricordarmi che è tutto parte della vita e che bisogna trovare il coraggio e la forza di sorridere anche quando tutto sembra andare male.

Nel tuo percorso artistico e personale, quali sono stati i principali ostacoli al raggiungimento dell’autenticità?

Ho sempre cercato di fare le cose seguendo i miei gusti e le mie idee, cercando di essere il più sincero possibile. Ciò magari può fare percepire l'album come autentico, ma non è una questione che mi sono mai posto troppo.

Fil

Come descriveresti la tua evoluzione musicale dagli inizi a oggi?

Vengo dal rap di protesta, all'inizio era un modo per esprimere ciò che non mi sembrava giusto a livello sociale, poi a vent'anni mi trasferii in Spagna e grazie alla chitarra e l’ascolto del flamenco e artisti spagnoli incominciai ad aprirmi ad altre tematiche che fanno parte della vita. Mi piace la libertà di poter passare da un genere all'altro senza dover rispettare gli standard contenuti nell'ideologia di uno stile musicale, anche se può essere definito da qualcuno come scarsa identità.

Hai vissuto in Uruguay e Australia. Quali influenze hanno avuto sul tuo stile musicale?

Il Paese che più mi ha influenzato durante i miei viaggi è la Spagna, arrivato a 18 anni con una mente confusa e piena di rabbia, ho lavorato e dedicato tempo alla vita.

Esperienze all’insegna della condivisione hanno fatto si che uscissi da quel guscio che m'impediva d' essere me stesso. Dal rap di protesta passai a melodie più dolci. Incominciai ad affrontare tematiche differenti e la chitarra e il flamenco mi accompagnarono in questo cammino senza mai abbandonare le mie radici rap.

È anche tramite artisti spagnoli che mi sono ispirato a nuovi generi, vedendo in loro un'apertura nei confronti di stili di diversi.

L'Uruguay e l'Australia sono state esperienze di vita.

Ho viaggiato per cercare di stare meglio e trovare nuovi stimoli vista l'oscurità che mi avvolgeva.

Dopo “Oltre il caos”, hai già delle idee per i tuoi prossimi progetti?

Non so bene con che tempistiche ma qualcosa è in preparazione.

C'è un genere musicale o uno stile che non hai ancora esplorato ma che ti piacerebbe sperimentare?

Forse nel prossimo album ci potrebbero essere alcune canzoni con sfumature un po' più rock, alcune rap/trap o soul. Blues, Jazz, bossa nova, funky e cumbia sono tutti generi che vorrei approfondire e su cui mi piacerebbe sperimentare.