Akkin è un chitarrista e Session Man. Il suo ultimo album s'intitola "Dreamers".

Puoi raccontarci come hai iniziato la tua carriera come chitarrista e, in particolare, come sei arrivato a lavorare come session man per artisti in Giappone?

La passione per la chitarra risale a molti anni fa. Si può dire che mi innamorai di questo strumento in tenera età, all'incirca avevo 7 /8 anni quando sentii per la prima volta il suono di questo meraviglioso strumento e per la precisione era nel disco dei Queen “innuendo” che mia madre adorava. Da quel momento decisi che un giorno avrei suonato anche io e così fu, è stato un viaggio lungo e tortuoso ma la passione a prevalso ed ora fortunatamente sono qui che ne parlo!

Per quanto riguarda il mio lavoro come session man è nato per caso, a dire il vero perché in passato sono sempre stato un solista, ma l'occasione è nata da una collaborazione con un musicista giapponese tramite i social, riguardante una cover di un brano famoso della cantante giapponese Aimer. Sembra che questo musicista abbia fatto ascoltare il brano a Mitsuo Ritsui (chitarrista live ufficiale di Aimer, nonché arrangiatore della Kessoku band) e sembra siano piaciuti gli arrangiamenti che feci per quella occasione e dopo due settimane venni contattato da lui per alcuni brani da provinare. Da qui ebbe inizio tutta la mia storia come session man..inoltre grazie a lui ed al produttore Kenji Tamai ed a Gen Okamura sono a volte anche arrangiatore per alcune band. Quindi non posso che essere riconoscente a questi straordinari musicisti per quel che sto facendo!

Hai menzionato di aver lavorato con artisti come Aimer e Reona. Com'è stata l'esperienza di collaborare con nomi così importanti?

Lavoro tutt'ora per loro e ne sono fiero perché sono artiste di grande talento in Giappone e mi dispiace se qui da noi non hanno il successo che meriterebbero. Lavorare per loro è una grande responsabilità perché si tratta di nomi importanti, quindi si deve essere il più professionali possibili, e quando vengo chiamato per fare delle parti chitarristiche per loro cerco di essere il più professionale possibile curando ogni minimo dettaglio delle mie parti assegnatemi. Ovviamente lavorando da remoto nel mio studio la comunicazione è pressoché nulla, quindi il brano deve uscire dal mio studio perfetto e fatto su loro specifiche richieste in fatto di suoni ed eventuali arrangiamenti chitarristici.

Oltre a questi artisti, hai anche partecipato a incisioni per sigle di anime. Puoi dirci qualcosa di più su questo tipo di progetti?

Si, ho partecipato a molte Opening Song ed Ending song di svariati anime e fondamentalmente non cambia il modo di lavorare, nel senso che mi vengono inviate le parti di cui mi devo occupare con tutte le direttive del caso ed io devo solo incidere le mie parti. Diciamo che quando ascoltai per la prima volta una canzone su cui io avevo suonato all'interno di un anime, mi fece un po' strano ma allo stesso tempo mi riempii di orgoglio, perché in Giappone il fenomeno Anime è molto diffuso e sono apprezzati da molta gente, che varia molto anagraficamente un po' per le loro tematiche non sempre spensierate ma che trattano temi a volte sociali molto delicati. Quindi far parte, anche se in piccola parte, mi rende felice anche se ad essere sincero non sono propriamente un amante degli anime ha ha ha…

Akkin

Da poco hai pubblicato un album solista intitolato "Dreamers", con cinque brani strumentali. Cosa ti ha ispirato a creare questo progetto e cosa rappresenta per te?

Si, è uscito da poco il mio album intitolato “Dreamers”. Si tratta di un album che avevo in cantiere da molto tempo che, però, non ha mai visto la luce sino ad oggi per via dei miei impegni da session man, ma nei ritagli di tempo lavoravo anche alle mie composizioni, ovviamente c'è voluto del tempo ma alla fine c'è l'ho fatta.

Questo progetto nasce, perché nonostante lavori per gli altri su altri album, l’ispirazione non è mai mancata e nemmeno la voglia di mettersi in gioco come compositore. Quindi si può dire che per me questo disco rappresenta un po' la sfida che quasi tutti i musicisti hanno, ovvero mettersi in gioco per qualcosa che si ama. Non ho grosse aspettative per questo disco, diciamo che l'ho fatto per una soddisfazione personale, quindi anche se non dovesse vendere sarei soddisfatto comunque.

Nella tua musica solista c'è una chiara attenzione alla melodia, senza eccessivi virtuosismi. Come riesci a bilanciare la sperimentazione sonora con la semplicità melodica?

Nella mia musica ho sempre cercato di non riempire troppo i miei brani con virtuosismi eccessivi perché credo che poche note ma buone ed orecchiabili siano meglio anche per l'ascoltatore in sé. Voglio dire se un brano si riesce a fischiettare vuol dire che hai colto nel segno, con tutto il rispetto per chi preferisce la via del virtuosismo (anche io in passato avevo la fissa). Io preferisco dare spazio a linee melodiche efficaci che sostituiscono la voce in un brano con un cantante. La sperimentazione nasce spontanea così come il fattore melodico, non sto molto a pensare ad una melodia in particolare, imbraccio la chitarra e viene tutto automatico. Io ho sempre amato le canzoni con all'interno molta melodia che siano metal, rock, pop, il genere non era importante. L'unica cosa importante era che all'interno ci fosse un sacco di melodia.

Hai in mente di continuare con progetti solisti in futuro o preferisci concentrarti sul tuo lavoro da session man?

Non saprei, il mio lavoro di session man mi porta via molto tempo e continuerò a farlo finché vorranno le mie chitarre presenti nei dischi. Poi chi lo sa, magari in futuro potrei pubblicare ancora materiale mio. Quel che è certo è che l'ispirazione non manca mai quindi vedremo.... magari passeranno ancora due o tre anni ma chissà… vedremo…

Cosa consiglieresti a un chitarrista che sogna di lavorare nel mondo delle sessioni o della produzione musicale?

Bella domanda, ed è difficile risponderti perché il mondo della musica oggi è talmente saturo di musicisti (talvolta anche bravissimi) che riuscire ad emergere è quasi impossibile. L'unico consiglio che posso dare è di non suonare per arrivare per forza ad avere successo o chissà dove. Suonate per voi stessi perché amate la musica, poi sono sicuro che qualcosa succederà prima o poi. L'importante è trovarsi pronti a qualsiasi evenienza, oltretutto qualsiasi fosse l'opportunità che sia da solista, da session man ecc, bisogna anche saperci restare in quel determinato contesto e non è sempre scontata la cosa. Quindi, le delusioni sono sempre dietro la porta, ecco perché il consiglio che do è “suonate perche amate farlo e basta”.