Nina T. è una cantautrice italiana. Il suo ultimo album s'intitola "Fuggiremo in treno".

"Fuggiremo in treno" è il tuo nuovo album. Qual è il significato simbolico di scegliere il treno come mezzo di fuga nel contesto dell'album?

Il treno è un mezzo di trasporto che per me evoca atmosfere romantiche, di avventura e libertà: io utilizzo molto il treno nei miei spostamenti e nei miei viaggi, sia in Italia che all’estero. Certo oggi abbiamo l’alta velocità, ma io trovo molto affascinanti i treni regionali, che attraversano i paesaggi lentamente, quei treni che a volte maledici, ma poi inevitabilmente ami, sui quali si incontra una umanità varia e sfaccettata. In particolare, il treno mi fa venire in mente le atmosfere di fine Ottocento, con le signore in abito lungo, i gentiluomini, ma anche i banditi, gli indiani, gli assalti alle diligenze, le locomotive a vapore. Non a caso per la copertina dell’album ho scelto una foto in cui sono seduta su una vecchia locomotiva a vapore che oggi è diventata parte di un monumento a Torino.

Quali sono stati gli eventi o le riflessioni più significative durante il primo lock down che hanno ispirato la creazione di "Fuggiremo in treno"?

L’idea dell’album è nata appunto durante il primo lock-down, quando abbiamo assistito a qualcosa di incredibile. E proprio in questo periodo ho trovato il coraggio di realizzare questo mio sogno, e ho iniziato a scrivere le prime canzoni. Ho avuto modo di riflettere su temi come la lontananza, la nostalgia, la solitudine: io ho un carattere molto socievole, e il non poter vedere gli amici e il mio compagno mi è pesato molto. Inoltre, ho pensato molto alle nostre paure più profonde, e a quanto queste diano forma al mondo in cui viviamo, nel senso che proprio ciò che più profondamente ci spaventa diventa l’orizzonte in cui pensiamo e agiamo.

Come hai selezionato le undici tracce per l'album? C'è una storia o un tema che le collega?

I temi che si intrecciano nell’album sono sostanzialmente tre. Ci sono alcune canzoni lente e riflessive, che trattano i temi della solitudine, della nostalgia, dei muri che mettiamo tra noi e gli altri o tra noi e il mondo. Poi ci sono alcune canzoni nelle quali ho voluto riprendere atmosfere circensi, che possono ricordare il cabaret tedesco: queste canzoni hanno un carattere ironico e pungente, quasi surreale, sottolineato soprattutto dal suono della fisarmonica e del pianoforte. Infine, ci sono canzoni che indagano i nostri istinti più profondi, le nostre paure, i rituali. In queste canzoni prevale una componente percussiva con ritmiche che ricordano atmosfere ancestrali.

Qual è il messaggio chiave del singolo "Maschere e mascherine" che è all’interno dell’album? Sappiamo che è accompagnato da un videoclip.

“Maschere e mascherine” parla delle maschere del folklore tipiche di alcune regioni italiane: cito alcune maschere del carnevale e della tradizione sarda, e alcune maschere altoatesine. La canzone sembra una danza, quasi un festa popolare. Ma le maschere nascondono gli aspetti più oscuri e ancestrali degli esseri umani, le nostre paure, appunto: indossarle significa identificarsi con queste forze oscure e cercare di esorcizzarle. Nel videoclip il regista Aldo Abrate, con grande maestria e ricercatezza, ha dato corpo alla dualità che sta alla base della canzone: dualità tra istinto e ragione, tra luce e ombra, tra vita e morte.

Quali sono state le sfide e le soddisfazioni durante la registrazione, missaggio e masterizzazione dell'album presso Only music studio?

La sfida più grande durante le registrazioni in studio è stata sicuramente l’interpretazione dei brani con la voce. Io, infatti, nasco come poli-strumentista: mi trovo molto a mio agio nel suonare sia il pianoforte che la fisarmonica, e anche l’ukulele, ma non avevo mai realizzato un lavoro in cui la mia voce fosse la lead voice (in passato avevo inciso come back voice). Un’altra sfida è stata quella di trovare un suono, un carattere ai brani, che difficilmente si incasellano in un genere predefinito (solo ora, a registrazione ultimata, le definisco “nuovo folk cantautoriale”). Sono stata soddisfattissima dal lavoro svolto da Carlo Miori (Only music studio), che ha realizzato le registrazioni, ha missato e masterizzato le tracce. Lavorare con lui è stato gratificante e quasi magico: grazie alla sua apertura, disponibilità, alla sua grande esperienza, e al suo entusiasmo, ho visto le mie canzoni prendere corpo, assumere una voce, un colore: il suono che è riuscito a creare rispecchia esattamente ciò che volevo esprimere. E ci siamo anche divertiti: lavorare in questo modo mi ha dato molta forza, energia e fiducia per poi promuovere l’album e credere di più in me stessa.

Com’è il tuo rapporto con i social?

Questa domanda mi fa sorridere!!! Io non sono molto social, preferisco la realtà concreta e le relazioni reali. Il mondo virtuale a mio parere ha molte potenzialità, ma può essere anche una barriera tra le persone: un mondo fatto di immagine e apparenza, che può deformare, amplificare, persino annullare la realtà… Fatta questa premessa, mi sto impegnando molto per migliorare la comunicazione e la mia presenza sui canali social, e sto avendo anche le mie soddisfazioni. Ma il sostegno e le soddisfazioni più grandi mi vengono comunque dalle persone che hanno una reale relazione di amicizia e di conoscenza con me. Inoltre ci tengo molto che alla base della mia comunicazione ci sia un messaggio per me autentico, sentito. Altrimenti non avrebbe nessun senso fare la cantautrice. Sicuramente se rifiuto di piegarmi totalmente a certe logiche non raggiungerò grandi numeri, ma questo non mi preoccupa: non sono un fast food, né una grande catena di distribuzione; mi piace paragonarmi ad un piccolo artigiano che propone prodotti hand-made, e si prende il tempo di curare il suo pubblico con amore e attenzione.

Cosa possiamo aspettarci per il futuro? Ci puoi anticipare qualcosa?

Nel futuro più vicino ho in progetto di proporre l’album in versione live, sia in chiave solista che eventualmente con la collaborazione di altri musicisti (per la verità le serate in versione solista sono già cominciate!) Inoltre, ho già iniziato a lavorare ad un secondo videoclip, sempre in collaborazione col regista Aldo Abrate (squadra che vince non si cambia!). Penso che in primavera il lavoro sarà terminato. Ma ho dei progetti anche per un futuro più a lungo termine: ho già diverse canzoni in elaborazione per un prossimo album. Ho molte idee, e spero di riuscire a concretizzarle. Penso he nel 2025 potrebbe vedere la luce un secondo album.