Claudia Is On Sofa è una cantautrice italiana. Il suo nuovo singolo s'intitola "The Match".

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

I tanti tantissimi concerti svolti nei più famosi bar, nei teatri e nei grandi festival internazionali. Non mi faccio mancare niente! I live sono importantissimi per vivere i propri brani, farli parlare alla gente e per apprendere molti aspetti tecnici. Ho amato in particolare poter aprire i concerti di grandi artisti come Thurston Moore e Joan As A Police Woman, spiare i loro sound check e osservare come lavorano i veri professionisti. E quindi portare i brani, suonati e risuonati dal vivo, in studio di registrazione. Come si faceva una volta: prima si suona e poi si va in studio! La realizzazione del mio primo album Love Hunters con Marco Franzoni al BlueFemme Stereorec di Brescia, è stata fondamentale per conoscere la mia musica, la mia voce, per capire per la prima volta cosa significhi produrre un disco e creare il proprio suono. E tante altre esperienze ancora: a volte impari dalle esperienze positive, a volte comprendi cosa evitare, a volte semplicemente godi ciò che hai e ti diverti!

È uscito il tuo nuovo singolo “The Match”. Ce ne vuoi parlare?

The Match è il mio nuovo singolo pubblicato per Riff Records e la label berlinese Solaris Empire, composto da me e prodotto con Alessandro “Asso” Stefana (che collabora tra gli altri con Pj Harvey e Vinicio Capossela). Il brano è il primo di due singoli che raccontano I'm not: ciò che non sono e ciò che non voglio essere. È un incontro e uno scontro tra me e me, tra me e te, tra ciò che voglio e ciò che posso, tra ciò che desidero e ciò che accade. È il momento in cui mi chiedo: sei sicura di voler fare sul serio? Non sono una dea nemmeno una diva, perché so colpirmi e so baciarmi. Ho composto questo brano in un luogo speciale, in inverno, cullata solo dalle nubi che si frangevano fra le montagne, in ascolto del paesaggio sonoro fuori e dentro me. L’ho quindi proposto ad Alessandro e abbiamo creato un sound essenziale, in cui vive solamente ciò che serve, registrando ogni strumento in diretta, tenendo alta l’attenzione al suono e alle atmosfere in cui immergere l’ascoltatore. Il risultato è un brano in cui sono presenti pochi strumenti, ciascuno dei quali esprime ciò che deve dire: il crepuscolare mellotron e la chitarra baritona si intrecciano con le batterie e le percussioni di Zeno De Rossi e con l'intimità di una voce eterea e ipnotica. Il risultato sono canzoni suonate, cantate e sentite, per quello che sono, lasciando parlare i silenzi. Con il magistrale mastering di Daniele Salodini, Woodpeckermastering. È un regalo che mi sono fatta per crescere e imparare e godere della mia musica.

Progetti per il futuro?

Ho creato un live in duo con Daniela Savoldi, bravissima ed eclettica violoncellista (già collaboratrice di Vasco Brondi, Muse e Paola Turci). Un live tanto raccolto quanto grintoso per portare in mondi lontani fatti di forza e silenzio, suoni caldi del legno e futuristici ed evanescenti degli effetti, sognanti e reali quanto i paesaggi sonori raccolti e resi musica. E in autunno pubblicherò un nuovo singolo che va in coppia con “The Match”, sempre prodotto con Alessandro “Asso” Stefana. Nel frattempo, mi lascerò anche stupire!

Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?

Sono tutti elementi essenziali, importanti quanto la creatività. L’essere innamorata della musica, della scrittura e dei concerti è ciò che mi dà la motivazione e l'energia per fare crescere i miei progetti. Creare un percorso strutturato richiede molto lavoro, una continua formazione e l’impegno di tanto tempo verso gli aspetti più manageriali e organizzativi. Aggiungerei però due parole ancora più importanti: “curiosità” e “condivisione”. Per indole sono infinitamente curiosa. Non mi accontento e non mi fermo mai, felice del fatto che vi sia sempre qualcosa da scoprire. Il modo migliore per me per scoprire nuove vie o avere conferme di quelle intraprese è la condivisione. Collaborare con altri musicisti in modo sincero, provando e ascoltando, ma anche interagendo con artisti visivi o scrittori, per esempio, mi ha dato modo di avvicinarmi a tematiche per me nuove o di raccogliere sfide che impongono di modificare modalità compositive consolidate e quindi esplorare me stessa e la mia musica secondo prospettive a me inusuali. Questa è linfa vitale per me.

Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso le tue canzoni?

Io racconto le vite raccolte per strada. Sono songwriter, per cui c’è sempre qualche aspetto di me in tutte le mie canzoni, ma nei miei testi desidero portare le emozioni e le riflessioni a un livello condivisibile da tutti. Chi ascolta deve potersi identificare. Quindi racconto storie. In “The Match” ho volute anche portare una riflessione che riguarda tutti, ma in particolare le donne (o almeno io lo vivo da un punto di vista femminile). È un inno a riconoscersi anche in ciò che non ci piace o non piace agli altri. Un riconoscersi nel prima e nel dopo, nella consapevolezza del presente. “Non sarò una brava moglie o una madre e nemmeno una romantica canzone d’amore. Lo so, potrei anche fare meglio, ma questo è il mio match e non mi spaventa”.

Com’è il tuo rapporto con il web e i social?

Il web e i social sono elementi da cui, per ora, nessuno può restare alieno. Ricordo il primissimo Myspace con cui avevo dato vita a un intero tour italiano promozionale del mio primo Ep Sweet Daisy. Oggi sono sovraffollati e poco settoriali, ma permettono di restare in contatto con le persone che mi amano e di conoscere artisti e professionisti in tutto il mondo, di partecipare a eventi a cui non avrei avuto accesso. Tramite il web ho potuto essere selezionata per Liverpool Sound City 2022 ad esempio. Sempre tramite i social ho potuto conoscere artisti e collaborare poi con loro da un capo all’altro del mondo.

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Sinceramente, visti i tempi che corrono, ho imparato a non crearmi aspettative, ma a lasciarmi stupire! Potrei forse rivolgere a voi la stessa domanda… “cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?”. Nel frattempo vivo il presente!