ll sound della band Scarled è il risultato di un mix di tastiere, synth e arpeggiatori di stampo anni 80. L'ultimo singolo s'intitola "Factory".
Com'è nata la vostra band? Che musica fate?
Diciamo che ci conoscevamo già da un po' di tempo e avevamo già collaborato in altri contesti musicali, ad un certo punto abbiamo pensato che, visto che ci trovavamo bene, forse era il caso di provare a formare questo terzetto e di iniziare a proporre le nostre idee. Definire un genere non è mai semplice o scontato, per quanto ci riguarda, e sentendo quello che dicono gli altri noi, potremmo parlare di una sorta di elettro-pop con delle atmosfere un po' malinconiche e qualche riferimento alle sonorità che hanno contraddistinto gli anni 80 qua e là.
Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?
Abbiamo un background abbastanza variegato, ognuno di noi proviene da ascolti ed esperienze musicali in parte diverse dagli altri e in parte similari, in un certo senso potremmo dire che Scarled è il nostro denominatore comune in cui facciamo confluire ciò che abbiamo suonato o ascoltato fin'ora.
E' appena uscito il vostro singolo “Factory”. Ce ne volete parlare?
Factory nasce da un'idea che il nostro cantante, Pier, ebbe anni fa. Un semplice giro di accordi al piano dal quale poi si è sviluppato naturalmente il pezzo che poi è stato via via perfezionato nell'arrangiamento. A livello tematico è influenzato dalla visione dell'epoca in cui viviamo dove sembra che l'uomo venga considerato sempre più una macchina, un numero. Il video rimane più aperto ad interpretazioni ma in generale vuole sempre giocare su quest'idea di tipo distopico.
Progetti per il futuro?
Avevamo pianificato di iniziare a salire su qualche palco in estate ma ormai sembra chiaro che questo non sarà possibile, per cui stiamo lavorando individualmente su nuove idee e appena ne avremo l'occasione inizieremo a trovarci per svilupparle insieme per poi poterci chiudere in studio a registrare. Detto ciò abbiamo già un altro singolo pronto che aspetta solo di uscire!
Se doveste descrivere con tre parole la vostra musica, quale usereste?
Emotiva, riflessiva, incoraggiante.
Riguardo la diffusione della musica inedita. Quali sono le difficoltà per una band che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?
Una delle maggiori difficoltà è probabilmente dovuta al fatto che il mercato musicale ormai è ipersaturo di musica e inevitabilmente come sempre succede poi il pubblico si concentra sui prodotti più mainstream e tende a perdere la spinta ad una ricerca di novità in modo autonomo. Questo poi si riflette sui locali che spesso preferiscono le tribute band in quanto capaci, per forza di cose, di attrarre più facilmente il pubblico. Non è facile quindi, ma locali che, per scelta, spingono
verso la musica inedita ce ne sono ed è importante cercare di capire dove la propria musica possa trovare uno spazio. Come spesso si dice è meglio mirare ad un bersaglio preciso piuttosto che sparare casualmente sperando di fare centro.
Quali sono i pro e i contro dell'era digitale?
Questa è una questione sulla quale si potrebbe parlare per ore. L'avvento delle attuali tecnologie ha inevitabilmente portato grossi cambiamenti nel mondo musicale. Non solo per chi la musica la fa, ma anche per chi ne fruisce: basta pensare che oggi, dopo più di un decennio di YouTube e con sempre più piattaforme di streaming musicale è diventato scontato per chiunque che ascoltare musica sia gratuito. Oppure a quanto sia paradossale che, nonostante la possibilità di accedere ad un catalogo musicale sterminato, la maggior parte delle persone ascolta spesso solo la "musica del momento". Ovvio ci sono anche i lati positivi: grazie ad internet sulla carta tutti hanno una possibilità; ma ciò significa che l'artista o la band al giorno d'oggi devono pensare anche a diventare dei piccoli social media manager. I tempi cambiano e per riuscire a diffondere la propria musica è necessario comprendere questi strumenti al meglio.
Come vedete il futuro della musica?
Ciò si ricollega inevitabilmente alla domanda precedente. Ad oggi, nel mondo dell'intrattenimento (musicale e non solo), si è andati molto verso la soluzione dello streaming. Se da un lato questo ha portato l'industria della musica mainstream a diventare sempre più fluida e veloce dovendosi adattare ai tempi di attenzione del consumatore verso una novità che sono brevissimi; è anche vero
che dall'altro il supporto "fisico", il disco (vinile o cd), il libro o il blu ray continuano a sopravvivere seppur con alti e bassi. In futuro forse andrà ad accentuarsi ancora di più questa separazione tra prodotti puramente commerciali e quelli più "indipendenti". La musica continuerà ad esistere in maniera indipendente quindi? Probabilmente sì, perchè ci sarà sempre una certa quantità di persone interessata ad un prodotto meno mainstream solo che forse sarà sempre più difficile vedere artisti che possano rientrare in entrambi i mondi, come possono essere stati David Bowie o i Queen nel passato.