Alessio Pamovio è un pianista e compositore italiano. Il 25 marzo 2021 è uscito il suo nuovo disco dal titolo Multiverse, rilasciato da Ipogeo Records.

Ci approfondisci i tuoi studi musicali?

Ho un passato di studi classici, ma ho da sempre avuto un interesse particolare per tutta la blackmusic, così ho proseguito con studi di jazz e successivamente di composizione. Ho sempre avuto un interesse particolare per l'improvvisazione che ho continuamente approfondito sia dal punto di vista tecnico che come approccio alla musica e come forma di linguaggio a se stante. Da qui l'idea di fare un disco che non avesse nulla di scritto e che fosse tutto completamente improvvisato.

E' uscito il tuo nuovo disco "Multiverse". Ce ne vuoi parlare?

L'idea di fare un disco in solo piano mi è stato proposta da Ipogeo Records. Era da tempo che non registravo dischi in solo e ho subito detto di si! Ho deciso di farlo tutto improvvisato senza scrivere una nota perchè, visto l'anno di sospensione forzata, volevo fosse l'emozione a correre libera sulla tastiera, il più possibilmente lontana da ogni struttura e che partisse solo dagli elementi fondanti della musica, il ritmo, il suono, la melodia, il tempo. Così ho lavorato nel darmi delle suggestioni, pensando a delle immagini e a mantenere l'attenzione su ogni singola nota suonassi, così che fosse la musica a darmi gli spunti. Registrando su uno Steinway&Sons di Piatino Pianoforti è stato ancora più facile!


Perché hai scelto una digital release e come ha interagito l'etichetta?

Ho scelto una digital release perchè pensando al periodo senza concerti credo sia la proposta discografica migliore e soprattutto volevo che il disco uscisse il prima possibile dopo la registrazione. Essendo improvvisato è una sorta di fotografia di quel momento specifico, se fosse uscito molto dopo avrebbe perso un pò il legame con il momento. Ipogeo e tutto il team sono stati dei compagni e degli aiutanti stupendi, sia durante la registrazione dandomi dei feedback e anche dopo, condividendo l'idea alla base del disco abbiamo lavorato a più mani per scegliere la grafica, le note di copertina.

Ci sono artisti a cui ti sei ispirato per la creazione della tua musica?

I riferimenti musicali che hanno contribuito al mio linguaggio sono molti, da Corea a Hancock, da Meldhau a Stenson. In tutti questi anni ho scelto di non ascoltare nessuno dei dischi in solo piano di Jarret perchè non volevo correre il rischio di cadere nell'imitazione. Ho ancora la copia in vinile del Kohln Concert incelofanata!

Qual è il tuo rapporto con la comunità nella quale vivi?

Molto buono, tengo dei laboratori di musica e cerco di collaborare con l'amministrazione comunale per piccoli progetti musicali.

Quali sono i pro e i contro dell'era digitale?

Per uno come me che ha sempre ascoltato tantissimo musica il pro è che posso ascoltare tutti i dischi che voglio con un solo click! Quando ho iniziato bisognava prendere il treno, la metro e arrivare in centro a Milano in quei due negozi che vendevano la musica che mi interessava. Con molta meno fatica posso accedere a molta più musica!

Che consiglio daresti a un aspirante musicista?

Studiare sempre che la competizione è altissima e cercare il proprio suono. La propria voce è quella che ci rende unici e quella che fa arrivare nella maniera più sincera il proprio messaggio a chi ascolta. Pazienza, perchè il lavoro e la fatica vengono sempre ripagati, ma ci vuole tempo. Non solo per avere le occasioni giuste, ma soprattutto per far maturare la propria musica come una buona bottiglia di rum che invecchiando sprigiona tutte le sue sfumature di sapore.

Cosa possiamo aspettarci per il futuro della musica?

Una grande ripresa. Dopo tutta questa sospensione forzata credo e spero che ci sia grande voglia di musica, di ascoltarla, di farla e di vederla dal vivo.