Nicola Cassarino nasce come musicista, ma negli ultimi anni si è messo in gioco e ha iniziato a scrivere canzoni per tirar fuori le sue riflessioni personali. Da qui è nato il suo progetto Nicola in musica con la pubblicazione di un EP dal titolo ''BE-EP''.

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

A livello esperienziale sicuramente i diversi live fatti con le mie band (gli “Altolocati” e i “Tracy'n Manhattan”), le registrazioni dei nostri brani, le pubblicazioni dei singoli. Poi sicuramente l’esperienza di autoproduzione vissuta con il mio primo ep da solista e il progetto “nicolainmusica”.

Hai pubblicato da poco il tuo primo EP. Ce ne vuoi parlare?

Il mio primo Ep, “BE-EP”, è stato un piccolo grande esperimento con il quale ho voluto buttarmi nel mondo del cantautorato. Esperimento innanzitutto perché per la prima volta ho potuto dare alla luce le mie personali riflessioni in musica, curandone ogni aspetto a 360 gradi. In secondo luogo perché ho voluto fare tutto da me, buttandomi nel vuoto e prendendomi le mie responsabilità. Per quanto riguarda i testi, parlano essenzialmente di me e di ciò che mi tocca in prima persona: sensazioni, persone, emozioni, distanze. Spero di aver tirato il meglio che ho potuto da quelli che sono alla fine dei pezzi registrati in una piccola stanza di Torino.

La composizione ha un ruolo fondamentale nella tua vita? Cosa ti ispira maggiormente?

Assolutamente. Mi dico principalmente musicista, perché ho sempre composto musica. E’ ciò che mi diverte di più ed è quello per cui mi sento più a mio agio. Ma quando sento qualche pensiero in testa che ha bisogno di uscire fuori prendo la penna e lo immortalo. Sono molto impressionista nel mio scrivere. Ho scritto così alcuni testi per una delle mie band ma da un anno scrivo quello che canto ed è bellissimo. L’ispirazione per me è una cosa complicata. Non sono uno di quegli autori che scrivono 3 testi al giorno. Ciò per cui scrivo deve colpire innanzitutto me e le parole devono scorrere fluentemente senza ostacoli. Solo così capisco se quel testo avrà o meno un posto nelle mie composizioni. Le cose che mi ispirano di solito sono le riflessioni che faccio su tematiche che mi coinvolgono personalmente nella mia vita quotidiana. Non nascondo che c’è molta filosofia nei miei testi.

Cosa pensi del panorama musicale attuale? La musica originale di oggi può essere considerata di qualità?

Non sono un passatista in maniera incondizionata né un ascoltatore acritico della musica di oggi. Gran parte di ciò che ascolto e mi ispira per i miei lavori è musica contemporanea che considero di altissima qualità. Dal rock al jazz, dall’hip-hop all’elettronica. Ovvio che se mi limito a ciò che propinano in radio e in discoteca fatico a trovare dell’originalità. Anche se il concetto di originalità nel 2019 è qualcosa di molto relativo e ci sarebbe molto da discutere.

Riguardo la diffusione della musica inedita. Quali sono le difficoltà per un artista che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?

Personalmente trovo molta difficoltà nel riuscire a trovare serate. La musica inedita è ancora malvista da certi proprietari di locali. Questo mi preoccupa. Ci riempiono di mancate risposte e false promesse. Ma di certo non demordo, spero che in futuro andrà meglio.

In che modo usi il web e i social per la tua attività musicale?

Un artista indipendente oggi può promuoversi solo attraverso questi canali. Non la considero come una cosa positiva o negativa a priori. Siamo in un certo senso costretti ad essere più vicini a chi ci ascolta. Per me, che sono abbastanza timido caratterialmente, è una bella scommessa. La sfida più stimolante per un indipendente è crearsi una fanbase solida che lo segua a prescindere dai social. Tutto è labile e nessuno ci può assicurare che domani Facebook ed Instagram non possano estinguersi.

Come vedi il futuro della musica?

Domanda da un milione di euro. E’ difficile dirlo. Sicuramente tutto cambierà altre mille volte. Come del resto è già successo. La musica come molte altre cose è soggetta a continui cambiamenti. L’industria musicale, la diffusione dei brani, i gusti delle persone, le modalità di ascolto. Sono solo alcune delle cose che muteranno. Ed è bene così.