Sebastiano Modolo, in arte Digital Human, è un musicista e compositore di musica elettronica. Nel Gennaio del 2020 ha firmato il suo primo contratto da professionista con l'etichetta discografica ''Areasonicrecords'', e sta lavorando al suo nuovo EP.

Ci approfondisci i tuoi studi musicali?

Fin da bambino scopro dentro di me una predisposizione per la ritmica e infatti, grazie anche all'appoggio della famiglia, vengo subito affiancato allo strumento che mi si addice di più: la batteria. Inizio così un percorso formativo di 10 anni presso la scuola ''Thelonious'' di Vicenza dove il mio maestro vede in me del talento cercando di farmelo ampliare anche con la conoscenza di programmi digitali per la composizione musicale. Dopo tanti anni di studio personale da autodidatta, ricerca e riconoscimento delle mie capacità, decido finalmente di elaborare il mio primo EP dal titolo ''UNDERDOGS''. Nel disco sono presenti 5 brani con influenze principalmente rock, grazie anche alla collaborazione del chitarrista Alberto Battiston, con l'aggiunta di batterie elettroniche e sintetizzatori per poter dare un effetto di carattere ma anche di raffinatezza. Nell'agosto del 2019 conosco e collaboro con la cantante South Kim (Veronica Chiminello) decidendo di unire le proprie influenze musicali per creare un nuovo singolo. Si chiamerà ''MZANSI - MAMA AFRICA'' un viaggio tra canti tipici africani, melodie e ritmi estasianti per valorizzare la ricchezza di un continente dove la musica è alla base della quotidianità. Inoltre per mettere a nudo anche una verità scomoda a tanti: la povertà e l'ingordigia dell'uomo che per conquistare un piccolo pezzo di terra abbatterebbe un popolo intero.

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

Al compimento dei 17 anni inizio a propormi nei principali locali e discoteche del vicentino come DJ. Durante i miei live cerco di portare all'ascolto brani conosciuti ma remixati o rielaborati con estensioni melodiche sognanti. I dj set sono unici perché oltre ad utilizzare la classica consolle, affianco una drum machine per rimarcare il ritmo ed elaborare spezzoni con assoli di synth completamente originali. Qualche mese dopo entro a far parte di una compagnia teatrale del vicentino dal nome ‘’Rosa Dei Venti’’ dove all’interno oltre a collaborare come tecnico audio-luci, compongo le colonne sonore originali per gli spettacoli teatrali. L’esperienza che mi ha dato maggior consapevolezza e maturità dei miei mezzi è la collaborazione con lo studio di registrazione ‘’hauntendstudiorecording’’ capitanata da Ulisse Bertozzo e Alberto Di Carlo. Durante l’ascolto dei miei brani sono stato molto valorizzato capendo che finalmente avevo veramente qualcosa da esprimere. Grazie a queste persone ho cominciato a credere di più in me stesso, a capire quali possono essere le mie potenzialità e anche quali sono i generi su cui posso puntare.

Quali sono i tuoi progetti attuali e per il futuro?

Nel Gennaio del 2020 firmo il mio primo contratto da professionista con l'etichetta discografica ''Areasonicrecords'' di Bologna entrando a far parte come compositore ufficiale. Insieme a loro l’obbietto è quello di pubblicare il mio nuovo singolo e di continuare a mantenere attive tutte le persone che ho conosciuto per le collaborazioni. Progetti per il futuro? Sto lavorando ad un nuovo EP tutto in stile chill out e mi piacerebbe poi poterlo suonare dal vivo. Il mio vero sogno è che tutto questo un giorno possa diventare un lavoro vero e proprio.

Cosa ti ispira a comporre?

Tutto nasce grazie a delle influenze di musica progressive dove le ritrovo direttamente a casa grazie a mio padre che conserva album di artisti di grandissimo livello come i Pink Floyd, Le Orme, New Trolls, Genesis e Aprhodite Child's. Ma la corrente musicale nel tempo inizia a cambiare radicalmente e mi avvicino all'ascolto di colonne sonore per film. I miei principali artisti a cui provo ad ispirarmi sono Ennio Morricone e Hans Zimmer ma tra tutti è Vangelis grazie anche al suo stile onirico, sognante, malinconico e atmosferico che mi rappresenta molto. Difatti alla soglia dei 18 anni comincio ad avvertire un bisogno di dover esprimere i miei sentimenti musicali, iniziando così ad acquistare le prime tastiere e ad interessarmi a tutto ciò che riguarda il suono del sintetizzatore.

Quanto conta la sperimentazione di nuovi suoni nel tuo lavoro?

La sperimentazione di nuovi suoni nei miei brani è sempre presente, non concepisco la banalità e la poca ricerca nella musica. Ogni brano composto dovrebbe essere sempre diverso, è importante mantenere il proprio stile, ma deve contenere colpi di scena. Chi ascolta deve rimanere sorpreso ed esclamare: ‘’non ho mai sentito nulla di simile’’. Altre volte non è necessario dover utilizzare nuovi suoni ma secondo me è fondamentale anche il ‘’come’’.  Si può
partire tranquillamente da un suono di default ma se si trova l’effetto giusto da aggiungere può renderlo unico e trasferire all’ascoltatore delle sensazioni mai provate prima.

Cosa pensi della situazione musicale attuale?

Per quanto mi riguarda la musica di adesso è molto difficile da concepire soprattutto per chi ha una certa cultura musicale alle spalle; oppure per chi ha vissuto i tempi d’oro delle rock band. Mi sembra di percepire che negli anni passati ci fosse più ricerca, improvvisazione, i testi cantanti ti smuovevano qualcosa dentro, ti emozionavano veramente e ti davano perfino uno stile nel modo di vestire.  Adesso mi sembra che la cosa sia diventata fin troppo alla portata di tutti, causa anche di una tecnologia molto avanzata. Se prendiamo l’esempio dell’autotune che è molto utilizzato nella musica trap (se si può definire musica) è come dire: ‘’anch’io ce la posso fare’’ e non serve nessun talento per potersi approcciare al canto.

Quali sono i pro e i contro del web e dei social?

È innegabile che il mondo virtuale dei social abbia inglobato parte della popolazione mondiale, dai più giovani agli adulti, che utilizzano ormai questi mezzi di comunicazione quotidianamente. L’uso è semplice e di impatto e sono molte le caratteristiche positive dei social: fanno crescere l’autostima, facilitano le relazioni e la comunicazione tra persone anche lontane, danno più opportunità, sia umane che professionali, e sui social circolano più informazioni e più input. Ormai si fa uso di questi mezzi nei modi più disparati: le aziende si fanno pubblicità, alcuni professori postano i compiti e lezioni online, sono utilizzati per organizzare eventi e sono numerosissimi i siti specializzati in qualsiasi campo. Quella dei social è stata a tutti gli effetti una vera e propria rivoluzione, basta avere la connessione a Internet per parlare in tempo reale con persone dall’altra parte del globo, discutere o semplicemente tenersi in contatto. Sul piatto della bilancia, in effetti, sono davvero tanti gli aspetti positivi di questi strumenti. C’è però un ma, dato soprattutto, a mio avviso, dal modo in cui questi si utilizzano. Purtroppo in molti casi l’assuefazione ad alcuni social come Facebook, Twitter o Instagram, per citarne alcuni, arriva a livelli tali che riconoscere il vero dal virtuale diventa quasi una impresa titanica. In effetti, accanto ai lati positivi ci sono quelli negativi, se non deleteri. I social offrono sì l’opportunità di farsi nuovi amici facilmente, ma queste relazioni sono senza dubbio molto superficiali; in più c’è il fatto che stare sempre connessi è una gran perdita di tempo e invece di uscire e relazionarsi con il mondo, questo mondo virtuale è a portata di mano, il che rende tutto asettico. Questo aspetto è importante perché ormai si chatta ma non si comunica personalmente, aspetto che non bisogna sottovalutare. Senza contare poi la dipendenza dai social: molte persone non riescono proprio a farne a meno e sentono la necessità di postare tutto, foto, pensieri e parole, senza capire che ci si mette a nudo in un posto virtuale dal quale poi, se si vuole staccare la spina, è difficile distaccarsi. Quello che si pubblica non sparisce.