Onei è un giovane artista italiano. Il suo ultimo singolo s'intitola "Superstar".

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

Già dall’età di 3 anni ascoltavo musica con mio padre. Ho un ricordo nitido di me sul seggiolino, in macchina mentre cantavo con lui gli U2, oppure a casa mentre lui suonava la chitarra. Mio padre è sempre stato un punto di riferimento in ambito musicale e non solo, oggi naturalmente non ascoltiamo la stessa musica ma spesso mi da delle dritte sulla parte tecnica del cantato. A 11 anni circa ho iniziato ad appassionarmi al rap e al pop punk e con l’avvento della trap in Italia ho iniziato a girare studi di registrazione, palchi di apertura, conoscere artisti e backstage, con una mia amica e lo devo a lei se in qualche modo mi sono inserito in questo mondo. Poi ho creato il mio studio di registrazione e da lì ho preso il via uscendo con il primo singolo ufficiale che è piaciuto molto, ho iniziato a fare i miei numeri e a crearmi la mia fanbase: “i kids e le fate” haha, li chiamo così. A formarmi tanto, inoltre, sono i miei vissuti, un aneddoto da raccontare è un evento di molto tempo fa dove stavo registrando una canzone, il tipo che mi registrava scuoteva la testa come per dire “no non è capace” e mi disse chiaramente che dovevo lasciar stare questo mondo. Ricordo che avevo 16 anni e sarà stato il terzo brano che registravo ma da quel momento mi sono intestardito ancora di più a fare musica, anzi lo ringrazio. Quando uscì “3 Anni” mi scrisse un messaggio su Instagram di complimenti, lo visualizzai e non risposi. A me questo genere di cose mi alimentano un sacco. Ho avuto esperienze di vita personali molto dolorose che mi hanno fatto crescere personalmente e musicalmente e poi tutta la musica che ascolto, ogni genere, ogni artista che scopro mi forma. Attualmente i Mäneskin mi fanno volare.

È uscito il tuo nuovo singolo “Superstar”. Ce ne vuoi parlare?

Certo raga, Superstar nasce la sera di un periodo dove stavo ascoltando molti brani di Lady Gaga, io l’adoro, conosco tutte le sue canzoni a memoria e mi sono detto: “ma si dai facciamo un remix di Paparazzi cantato e scritto da me, uscirà una figata” e l’ho registrato. In tutto questo era anche un periodo duro per me; avevo litigato con alcuni amici a me prima cari, ero uscito da una relazione abbastanza lunga e da un anno tosto, sentivo l’esigenza di raccontarmi e dire qualcosa al mondo mentre stavo rinascendo. Nel pezzo esprimo molti concetti per me importanti, dall’immagine del nascere e morire soli poiché le persone spesso sono di passaggio, all’immagine del me bambino che giocava a fare il cantante a volerla diventare davvero da grande. Io nei pezzi esprimo tanti concetti che spero vengano colti. Il video, tra l’altro, è registrato su una terrazza, dove ci sono io che canto ad un microfono appeso su un filo per stendere i panni, è semplice ma crea un’aura particolare, il sole al tramonto mentre si vede anche la luna ha qualcosa di magico per me. Vi dico la mia? Superstar unisce la musica di 17 anni fa a quella moderna ed è una hit. Mi piace mischiare generi e tendenze.

Progetti per il futuro?

Sai che ti dico? No. Mi mette ansia farmi progetti, diciamola così: penso solo a fare le scelte migliori nei momenti giusti e sta funzionando. Ovviamente spero di vedere bei risultati. L’unica cosa che posso dire ora come ora è che il nuovo singolo che uscirà a breve sarà davvero forte.

Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?

Sono importanti ma non bastano, nella vita servono anche altre cose come un po' di fortuna, carisma e tanta tanta originalità, meglio una cosa bruttina ma originale, di una fatta benissimo ma che è fondamentalmente sempre la stessa minestra. Io ho una passione assurda per la musica, mi ha aiutato tanto e a volte mi ha solo compreso ma mi serviva, devo restituirgli il bene che mi ha fatto.

Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso la tua musica?

Molti vedono solo ciò che brilla, le visualizzazioni, l’immagine, ecc. che per carità è tutto molto bello (piace anche a me) ma la musica è arte, è riscatto e libertà, pochi conoscono le brutte esperienze che ho passato e cavolo ho un vissuto forte e voglia di riuscire. Nella musica io mi racconto ma voglio solo dire alla gente di non demotivarsi o perdersi in cazzate, che ognuno di noi ha la sua luce ma per trovarla non basta prendere la prima strada semplice che capita, non siate superficiali perché è il male più grande di questo mondo. Quando qualcuno che mi segue mi scrive che con una canzone l’ho aiutato, mi dico “missione compiuta lù” e mi succede quasi ogni giorno. La mia contraddizione più grande è che nonostante la rabbia che a volte provo verso la gente finisce sempre che voglio aiutare tutti, è strano.

Com’è il tuo rapporto con il web e i social?

Buono dai, so muovermi abbastanza bene, le foto, le storie, i post… mi piace. Mi mettono in contatto con chi mi ascolta e mi sono creato una seconda famiglia. L’unico social che appena provo ad usare poi ci rinuncio è TikTok, non fa per me. Ovviamente sto omettendo i periodi di pausa dai social dove mi allontano, a volte mi fa bene, troppa ansia sociale su quei “cosi”. Non voglio nascondere che a volte i social sono deleteri per la società e se nascono per esprimere sé stessi, oggi, sono tutti cloni a causa loro, io cercherò di differenziarmi sempre.

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Un Onei con brani sempre più forti, sempre più artistici, con un pubblico e un bacino di ascolti ancora più ampio. Spero mi vedrete felice e realizzato e come dico in Sulla Luna [un mio singolo] “vivo come se avessi il cuore".