Francesco Aubry è un cantautore italiano. L'ultimo singolo s'intitola "Chitarrista".

Questo periodo particolare che stiamo vivendo, cosa ha reso le tue giornate più produttive?

In termini di tempo libero non è cambiato nulla perché continuo a svolgere il mio lavoro in parziale smart-working. Le novità dal punto di vista musicale sono la collaborazione col bravissimo Roberto Della Ronda che mi aiuta alle chitarre, e il supporto di “Italkeys” che è un’azienda a pochi km da me da cui posso noleggiare facilmente sintetizzatori, piani e organi vintage introvabili che hanno fatto storia degli anni 60-70-80, inserendo quelle sonorità nei miei brani.

Ci parli del tuo nuovo singolo "Chitarrista"?

Rappresenta la parte più giocosa e soft del mio songwriting, mi piace molto variare e dopo un paio di singoli un pò più impegnati e seriosi avevo voglia di scherzare con un pezzo pop immediato e tendente alla newwave anni 80. È anche una critica a un certo modo di essere musicista e io stesso mi ci rispecchio guardando indietro di qualche anno.

Dove è stato girato il videoclip?

Abbiamo deciso di uscire con un singolo nel bel mezzo della scrittura del prossimo album, per non lasciare troppi mesi “vuoti”, quindi nulla di programmato e soprattutto tra un dpcm e l’altro, il che ha reso difficile pensare a determinate location. Inizialmente volevamo ricreare una sorta di concerto col pubblico ma con questi presupposti abbiamo dovuto ripiegare su uno studio di registrazione a Torino. L’idea era di andare a divertirci e lasciare massimo spazio all’improvvisazione, facendo in modo che gli altri componenti mi rubassero la scena sulla falsariga del testo. Questo ha creato una comicità spontanea favorita anche dal giusto approccio del videomaker che ci ha svincolato da copioni ed ha evitato eccessivi interventi di montaggio ed editing video, scelta azzeccatissima perchè sarebbe stato un errore madornale confezionare un prodotto tendente al cinematografico con questo genere di canzone. La bravura di un regista sta anche nel mettere bene a fuoco l’intenzione del brano per poi mettersi al servizio di questa, molti non lo capiscono e si perdono in lavori tecnicamente giusti ma inadatti al mood del pezzo.

Sarà previsto un nuovo EP o album?

Inizialmente avevo pensato ad un EP ma ho davvero tanti pezzi su cui lavorare quindi sarà sicuramente un album che non vedrà la luce prima della prossima primavera.

Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?

Siamo in un’epoca in cui l’offerta musicale è oltremodo satura, ogni giorno si pubblicano migliaia di canzoni su Spotify ed emergere è una chimera. Sono pochissimi quelli che possono intravedere una carriera ed un mestiere fatto di musica, partendo con costosissimi investimenti iniziali. La sfida è piuttosto con se stessi e per migliorarsi credo che la perseveranza sia l’arma vincente assieme al talento. Poi dipende da quante fasi si seguono della produzione, nel mio caso mi occupo di tutto dalla scrittura al master e questo rende tutto molto più impegnativo.

Come ti vedi tra 10 anni?

Vecchio! Anzi sono circondato già oggi da questi ragazzi trapper che non capisco artisticamente ma che sono indiscutibilmente dei maghi nel social marketing e mi sento molto retrò. Ma questo è in fondo in linea con la musica da cui traggo ispirazione e a cui resterò sempre fedele.