L'educazione all'ascolto oggi è necessario più che mai secondo il chitarrista Davide Pepi. Dedito all'insegnamento e all'approfondimento della musica, porta avanti anche i suoi progetti, come il suo ultimo disco solista dal titolo "Asteroids".
Ci parli dei tuoi studi musicali?
Ho iniziato a suonare all'età di 11 anni da autodidatta, non avevo ancora internet e il mio unico modo per scoprire i nuovi artisti era guardando MTV quando ancora la sua programmazione era interessante e di musica ce ne girava eccome! L'amore per la chitarra esplose con il riff di Can't Stop dei Red Hot Chili Peppers! Fu una vera e propria rivelazione, che mi spinse a comprare la mia prima elettrica e i primi dischi su cui suonavo tutto il giorno rigorosamente ad orecchio; niente tab, niente tutorial, niente di niente... avevo solo il libro delle scuole medie dove a stento c'erano gli accordi col barrè e qualche diteggiatura. A 14 anni finalmente mi sono deciso a prendere le prime lezioni di chitarra; pensavo di essere già bravino ma la verità era che in quel triennio da autodidatta avevo fatto più danni della grandine! Mi sono messo sotto con lo studio e grazie a Paolo Loppi, grandissimo mentore ed oggi mio collega alla scuola Rock Factory di Siena, in meno di due anni ero già sui brani di Steve Vai, Dream Theater ed Andy Timmons. Ho preso il mio primo diploma professionale nel 2009 alla Rockland di Grosseto ed il secondo nel 2012 al CentroStudiFingerstyle sotto la guida di Davide Mastrangelo. Parallelamente alla mia attività di docente iniziata nel 2010 ho seguito il CFM di Siena Jazz che ho portato a termine nel 2015. Non ho mai smesso di studiare e ogni tanto mi concedo qualche lezione o masterclass intensive con i musicisti che reputo i miei punti di riferimento, come Mattias IA Eklundh, chitarrista dei Freak Kitchen ed organizzatore di un validissimo campus in Svezia che per me ormai è diventato un appuntamento annuale irresistibile!
Hai appena pubblicato un disco solista dal titolo ''Asteroids''. Ce ne vuoi parlare?
Ho iniziato a lavorare a questo disco l'anno scorso e per me è stata una piacevolissima sfida. In passato ho sempre dato priorità alle mie band ed ai progetti con cui correntemente suono, ma ultimamente ho sentito l'esigenza di esprimere le mie idee e dar loro una forma ben strutturata. La chitarra solista distorta è ovviamente la protagonista ma ho voluto concentrarmi, più che sui tecnicismi fini a se stessi, sulla qualità del songwriting e sulla valorizzazione dei meravigliosi musicisti che ho voluto coinvolgere nel progetto: tra i big ci tengo a presentare Alex Argento (Icefish), Claudio Pietronik (Ancient Bards) e Giovanni Cilio (Upon this Dawning). Si tratta di un disco interamente strumentale che mi piace descrivere come un finestra con la quale condivido la visione che ho della musica. Sono 7 brani che rappresentano non solo la mia estetica, ma anche vicende personali come Song For C, dedicata alla mia ragazza, e T.I.M.N brano concepito in sala operatoria, composto e prodotto durante la convalescenza da un intervento di setto-turbino plastica abbastanza impegnativo. Il titolo Asteroids rimanda un po' alla potenza ed all'impatto che effettivamente questo disco ha fin dalle prime note, ma non è solo questo: in ogni brano, in contrasto con le melodie molto cantabili, sono presenti molte scelte armoniche o ritmiche che in qualche modo colgono di sorpresa e richiamano costantemente l'attenzione. Nulla che a mio parere possa sembrare fine se stesso ed ostico; il mio motto è “Serve the song first!”
Sei un insegnante. Qual è il tuo metodo di insegnamento?
Adoro insegnare, si tratta di un'attività di cui ormai non riesco a fare a meno. Vi dico solo che senza lo spirito di approfondimento e l'impegno che metto nella didattica non avrei scritto molte delle canzoni contenute in Asteroids. Ho avuto dei grandissimi insegnanti e, usando loro come punti di riferimento è stato molto naturale iniziare questa strada. Prima di tutto è importante far capire che un musicista non è solo ciò che suona ma è soprattutto ciò che ascolta. La voglia di imparare a suonare è qualcosa che secondo me diventa più forte se affiancata all'ascolto della musica; vi sembrerà una cosa banale, ma viviamo in una società che ci ha portato inesorabilmente ad un deficit dell'attenzione! L'educazione all'ascolto è un punto fondamentale del mio metodo di insegnamento, così come lo è il rispetto per l'identità di ogni studente: sono tutti diversi, tutti con le loro tempistiche di apprendimento ed i loro gusti musicali. Utilizzare un programma standard funziona solo in parte e spesso è meno efficace che creare un percorso ad hoc per ogni allievo (certo è più faticoso, ma sono i dettagli a fare la differenza anche nella didattica).
Didattica online. Qual è la tua visione?
Se sei un musicista alle prime armi, il sostegno di un insegnante in carne ed ossa è fondamentale. I video tutorial non hanno lo stesso apporto umano, non sono in grado di trasmettere la passione e lo spirito di approfondimento, ma non solo: un buon maestro può correggere istantaneamente i tuoi difetti di postura e ti può dare subito dei feedback onesti per migliorare ulteriormente il tuo modo di suonare. Un docente carismatico può coinvolgere molto di più i suoi studenti, coltivando i talenti ma soprattutto incoraggiando tutti coloro che hanno qualche difficoltà in più. Se invece sei un musicista che vuole perfezionarsi, spesso la didattica online è l'unica soluzione. Oggi è possibile trovare dispense didattiche di ottima qualità e canali su youtube validissimi per imparare cose su cui magari anche l'insegnante più bravo della tua provincia non si è specializzato. Le lezioni Skype sono un ottimo compromesso: ci sono centinaia di musicisti incredibili che sono disponibili a fissare degli incontri online e, avendo provato questo tipo di didattica sulla mia pelle sia da allievo che da insegnante, posso dire che è una risorsa che può rivelarsi molto utile.
Com'è il tuo rapporto con il web e i social?
Uso quotidianamente i social per promuovere la mia musica ed i miei progetti. Asteroids è stato realizzato con i fondi raccolti con MusicRaiser e sono convinto che questa campagna di crowdfunding abbia avuto molto successo soprattutto grazie alla promozione sui social in cui ho un account: Facebook, Youtube e Instagram. Credo che senza di loro probabilmente non lavorerei a questi regimi e non avrei nemmeno avuto l'opportunità di raccogliere tutte queste collaborazioni! Usati in modo intelligente possono davvero darti una mano a promuovere la tua immagine! E importantissimo capire però che il mondo non gira solo intorno alle bacheche dei social e, anzi, bisogna ogni tanto fare a meno di quella realtà filtrata e ricordarsi che il palco, la didattica e le pubbliche relazioni si devono vivere con i piedi bene ancorati al mondo reale.
La situazione dei live in Italia. Qual è il tuo pensiero?
Vivo a Siena, una città che potenzialmente potrebbe essere una capitale della cultura e che, invece, di anno in anno vede le poche attività commerciali che organizzano la musica live scomparire. Ho veramente l'impressione che le vecchie generazioni percepiscano questo tipo di attività culturale solo come un disturbo e sono convinto che la situazione della musica (non parlo solo di quella live) si trovi in una crisi dovuta per la maggior parte ad un pubblico sempre più abbruttito e incapace di avere spirito critico. Tuttavia sono un inguaribile ottimista: i ragazzi che seguo nelle scuole di musica sono davvero brillanti ed hanno un indole creativa che mi stupisce ogni volta! Dietro ognuno di loro si trovano altrettante famiglie meravigliose, band musicali attive nel territorio e compagnie di amici che supportano la musica live. Della situazione dei live dei "big" invece che cosa posso dire?? ho visto i prezzi dei biglietti triplicare rispetto a 10 anni fa... vi siete mai chiesti il motivo? Fatevi un esamino di coscienza e contate quanti sono i dischi che avete comprato nell'ultimo anno. Organizzare grandi tour richiede una quantità esagerata di soldi e, tolti i profitti delle vendite dei dischi, l'unico modo che ha un artista di portare a giro il proprio show è alzare il prezzo di biglietti! La situazione non cambierà di una virgola, anzi: vedremo tour con sempre meno date e con prezzi sempre più alti! Ovviamente in questo modo tutte le band che oggigiorno si trovano in quello stato di "più che emergenti, meno che star nazionali", seppur con un discreto numero di ascolti su Spotify, non potrebbero mai permettersi di fare un tour e dovrebbero riporre tutte le loro speranze nei festival! E' una mia personale analisi di come stanno andando le cose al momento e il mio punto di vista è solo quello di un musicista che non ha mai fatto musica pop, non ha mai partecipato a talent show e si dedica principalmente a produzione di musica di ricerca.
Come vedi il futuro della musica?
Variopinto, multiforme e in continua trasformazione: 10 anni fa non avrei mai pensato al ritorno del vinile e non avrei mai previsto allo shut down di Itunes da parte di Apple. Forse vedremo il collasso dei social perchè tutti avranno avuto i loro 15 minuti di celebrità? Sinceramente non mi sono mai preoccupato troppo di queste dinamiche; mi sono sempre concentrato di più sul comporre la musica ed educare i ragazzi e credo che continuerò così per la mia strada. Quello che ho visto in questi anni è la nascita di progetti musicali sempre più interessanti ed un'evoluzione tecnica incredibile che mi spinge sempre a fare del mio meglio! Io dico che ne vedremo delle belle!