Spunti interessanti emergono da questa chiacchierata con gli Hence, una band che fa brani originali, ma che è cosciente delle difficoltà che si riscontrano nel far conoscere la propria musica e nel creare un rapporto duraturo con il proprio pubblico.
Che tipo di musica fate?
Ci piace proporre musica fresca, nuova, e soprattutto non etichettarci sotto generi predefiniti. Diciamo che gli Hence fanno un pastone di Indie, Alternative, Post, Elettronica e Synth-pop.
Quali sono i progetti attuali e per il futuro?
Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto sulla scrittura e l’arrangiamento di nuovi brani, sviluppando nuovo materiale che presenteremo a breve, più tante idee ancora da elaborare. Attualmente il nostro intento è quello di trasformare in disco quella che sentiamo come una maturità artistica più consapevole e definita rispetto al nostro primo EP. Per il futuro, invece, puntiamo ad attuare lo step successivo: vogliamo portare all’estero il nostro show, esplorare terreni fertili per la nostra proposta musicale. Un’esperienza che non vediamo l’ora di fare.
E' previsto un tour Europeo?
Stiamo lavorando anche a un tour in Europa, la nostra bussola live sta girando in quella direzione proprio in questo momento. L'importanza di presentare il nostro lavoro, ciò a cui dedichiamo così tanto tempo e dedizione, nel posto giusto e nel Background musicale corretto è una consapevolezza che consigliamo vivamente a chiunque voglia proporre Musica originale. Paradossalmente per quanto è difficile trovare palchi e contesti giusti in Italia, se supportati dalle persone giuste (Booking/Agenzie), l'estero offre concrete opportunità per suonare, tra Festival e Live-Club, ed un' alto numero di appassionati sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Purtroppo non possiamo ancora annunciare nulla ufficialmente. Ma vi informeremo al più presto delle nostre prossime trasferte.
Autoproduzione oggi. Qual è la vostra visione?
Per quanto riguarda l'autoproduzione, sicuramente è un tasto dolente e punto critico per moltissimi artisti e gruppi emergenti. E' una scelta delicata e molte volte forzata; la necessità di una produzione professionale è direttamente proporzionale agli obbiettivi che si vogliono preporre per il proprio Disco, Ep o Singolo che sia. A nostro parere personale se si ha intenzione di promuovere il materiale in questione, investendo perciò nel proprio lavoro e con l'obbiettivo di raggiungere più persone possibili, il presupposto di un disco prodotto professionalmente è la base, a maggior ragione se si lavora con partnership di tipo editoriale o con funzioni promozionali. Senza, contare il grosso abisso a livello di registrazione e sviluppo del suono che un' esperto e uno studio professionale possono contribuire. Le orecchie di chi ascolta vi diranno un'inconsapevole GRAZIE!
Riguardo la diffusione di musica inedita, quali sono le difficoltà per una band che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?
In Italia la musica inedita riscontra sempre più difficoltà ad essere suonata dal vivo: i locali, purtroppo, pensano principalmente alla propria sostenibilità economica e sanno perfettamente che una tribute band dei Led Zeppelin porta più gente (e conseguentemente più incassi) rispetto al concerto di una band semi-sconosciuta che suona i propri inediti: Infatti, la prima domanda che il locale rivolge alla band che chiede di suonare è quasi sempre “Quanta gente porti?”. Se non si riesce a suonare dal vivo in modo costante, non si riesce a formare una “fanbase” consistente e, di conseguenza, il numero di persone da portare ai propri concerti rimane sempre piuttosto esiguo. Il problema è sostanzialmente culturale: si fa ancora molta fatica a discernere la musica-arte dalla musica-intrattenimento e i gestori del live club preferiscono investire sulla seconda (perché meno “rischiosa”). Quando si tornerà a scommettere seriamente sulla musica originale, allora il movimento musicale emergente italiano tornerà ad essere un luogo di crescita e di realizzazione, non una mera “guerra tra poveri”.
Come vedete il Futuro della Musica?
Il futuro della musica pare sia destinato ad andare incontro all’ascoltatore annoiato, con poca curiosità e impegno nel comprendere l’intimità di un brano. Nella nostra visione utopica, crediamo nella voglia di scoprire dell’ascoltatore, quell’ascoltatore che è alla ricerca della “novità intelligente”. Nel futuro della musica sarà necessario osare per essere notati, una proposta originale sarà sempre più essenziale per spiccare fra i molti.