Cranchi è un cantautore italiano. Il suo ultimo album s'intitola "Un Posto Dove Stare".

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

In tutti questi anni mi sono circondato di Maestri, bravissimi musicisti e amici che mi hanno aiutato e coccolato ognuno a modo suo. Primo fra tutti Marco Degli Esposti, con lui è iniziata la mia “carriera” di cantautore e ancora mi sopporta. Il viaggio è un elemento formativo di questi anni, suonare da palchi a parcheggi, da situazioni molto intime a teatri e piazze mi ha cresciuto sia umanamente che artisticamente, soprattutto attraverso le persone incontrate. Ho cercato di rispondere a questa domanda ricorrente con Spiegazioni improbabili sul metodo e sto lavorando al seguito.

È uscito il tuo nuovo album "Un Posto Dove Stare". Ce ne vuoi parlare?

È un concept album sul luogo dove si vive, nato dalle riflessioni durante questi anni di pandemia. Viene introdotto da Estia, dea greca del focolare, poi c’è il sogno di Plaza Dorrego, la terra promessa nell’America degl’anni trenta di Conigli e le migrazioni attuali di Nettuno. La prigione della sindrome di Hikikomori ne La casa di Borges, il ponte, simbolo identitario in Stari Most, il luogo del ricordo in Uova al tegamino, la quotidianità dell’amore di Ogni giorno e infine Felonica, dove vivo.

Cranchi

Progetti per il futuro?

Quest’inverno festeggio assieme a Marco, Simone, Federico e David i dieci anni di Volevamo uccidere il re con una serie di concerti. Ho già qualche nuova canzone in cantiere, personaggi che giocano nella mia mente, come Maci, un rugbista dei tempi andati.

Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?

Non lo so, io mi diverto a raccontare attraverso la musica e a frequentare musicisti. Non riuscirei a dare consigli sulla carriera, mi sembra un percorso troppo personale per trovare generalizzazioni soddisfacenti. Certo che la costanza e la passione aiutano sempre ma ognuno ha dentro di sé le proprie motivazioni.

Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso la tua musica?

La mia visione del mondo. Qualcuno una volta disse che per capire una persona devi farla parlare di ciò che ama. Uso la musica per raccontare storie e dire come la penso, per circondarmi di persone straordinarie e sensibili e per viaggiare un po’.

Com’è il tuo rapporto con il web e i social?

Sono un voyeur, mi piace molto frequentare il web da spettatore esterno, pubblicare e scrivere mi piace sempre meno. Per le mie pagine social da un po’ di tempo mi affido a Valentina Rasi, all’ennesimo rimbrotto per come le usavo le ho offerto di gestirle.