''Basso elettrico jazz''. Suonare il basso elettrico dalla tradizione al jazz contemporaneo, è il nuovo libro di Alex Carreri, consigliato a chiunque voglia approfondire lo studio del basso elettrico. Un consiglio alle nuove generazione? Studiare e formarsi per arricchire la propria cultura.


Ci parli dei tuoi studi musicali?


Gli studi musicali che ho affrontato durante il mio percorso di formazione sono stati vari. Ho studiato in diversi Conservatori di Musica, conseguendo i diplomi in Contrabbasso, Musica Jazz e Didattica musicale. Parallelamente agli studi formali ho sperimentato costantemente soluzioni didattiche osservando i musicisti che maggiormente mi ispiravano e seguendo il mio istinto personale.


Quali sono state le esperienze più significative?


Premettendo che ogni forma di attività, sia di studio che pratica, rappresenta una condizione favorevole per la crescita di un musicista, posso dire che ricordo con piacere i momenti vissuti con intensa energia durante la realizzazione di alcuni progetti originali. In questo contesto mi sono ritrovato a collaborare con eccellenti musicisti come Eric Marienthal, Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Giovanni Falzone, Alessio Menconi, Paolo Di Sabatino, Giorgio Di Tullio e Maxx Furian.


Hai appena pubblicato il libro ''Basso elettrico jazz''. Qual è il metodo utilizzato e com'è strutturato?


“Basso elettrico jazz” – “Suonare il basso elettrico dalla tradizione al jazz contemporaneo”, è un metodo che, attraverso gli elementi tecnico-espressivi tipici del basso elettrico, fornisce una serie di concetti e contenuti per acquisire o perfezionare il linguaggio jazz. Questa prima edizione prevede il Volume 1, dedicato alle tecniche di base per l’accompagnamento. Il libro contiene un capitolo introduttivo (prologo) in cui è presente una breve storia del basso elettrico nell’ambito jazzistico, più altri 6 capitoli che trattano argomenti come lo sviluppo delle abilità ritmiche, la scelta delle note basata su scale e arpeggi, progressioni standard (II/V/I), turnaround, e forme tipiche come il blues e il rhythm changes.


A chi consigli di leggerlo e dove è possibile trovarlo?


Questo metodo è stato realizzato per offrire un testo di base per gli allievi dei Conservatori e delle Scuole o Accademie Musicali, e fornire un supporto didattico di riferimento per tutti i docenti di Basso Elettrico. Mi sento di consigliarlo a tutti coloro che vogliano affrontare lo studio di questo argomento in modo approfondito e strutturato. Il libro può essere acquistato in qualsiasi libreria attraverso la distribuzione musical service. Inoltre è possibile trovarlo direttamente sul sito dell’editore (www.isukuverlag.com/basso-elettrico-jazz.html) oppure presso la libreria Birdland di Milano (www.birdlandjazz.it).


Qual è la tua visione della situazione jazzistica oggi?


Il jazz è una musica relativamente “giovane”, nata dalla fusione tra diverse culture e in continua evoluzione. Credo che le innovazioni stilistiche apportate dai giovani musicisti della comunità jazz internazionale stiano offrendo un buon contributo per dare uno slancio in avanti e creare un punto di connessione con le radici della tradizione jazzistica.


In che modo i social e il web possono essere utili per far conoscere i propri lavori come musicista?


I social e il web sono dei mezzi potentissimi per farsi conoscere e promuovere la propria musica a livello mondiale. Ma sono soltanto degli strumenti per la comunicazione. Secondo me è molto importante essere preparati in modo completo. Realizzare con molta cura il proprio prodotto, può aiutare a far suscitare più interesse tra gli utenti e ottenere una maggiore diffusione e condivisione.


Come vedi il futuro della musica?


Oggi stiamo vivendo nell’era digitale, e penso che la sperimentazione che può derivare dalla contaminazione con l’elettronica possa aprire nuove strade per l’evoluzione della musica. Credo anche che sia necessario dedicare molte risorse per la formazione delle giovani generazioni, per arricchire la loro cultura e far scoprire l’essenza della musica che è stata prodotta fino ad alcuni decenni fa, quando c’era molto spazio per lo sviluppo della creatività e il pubblico era più propenso all’ascolto di musica originale e ricca dal punto di vista compositivo.