Massimo Spinosa si è diplomato in Pianoforte al Conservatorio D.Cimarosa di Avellino, seguendo sia studi classici che moderni. Dopo tante esperienze, collaborazioni, e live, oggi si dedica a pieno all'attività di pianista, compositore e docente, e ha pubblicato il suo nuovo disco ''Movie themes for piano solo''.

Quali sono state le esperienze più significative nella tua carriera musicale?


Ho iniziato sin da ragazzino (16-17 anni) a militare in big band, prima come trascrittore, poi come pianista ed infine come arrangiatore. Di sicuro la mia formazione e tutta la mia carriera è stata influenzata da un suono orchestrale, motivo per cui poi mi sono appassionato alla composizione.


Sei docente. Quanto è importante lo studio e la costanza per imparare a suonare uno strumento? Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai tuoi allievi durante le lezioni?


Dopo circa 20 anni di insegnamento posso affermare che la musica è un’ arte, ma al tempo stesso una disciplina molto severa, che esige un grande rigore e soprattutto grande dedizione, che si fonda sullo studio quotidiano. Ogni mia lezione vuole essere prima di tutto un messaggio di amore per l’arte e poi cosa più importante……. che la musica è talmente infinita che ci vorrebbero tante vite per il poco tempo che abbiamo a disposizione. Ma la cosa che prediligo di più nelle mie lezioni è quella di trasmettere la gioia che la musica dona e trasmette, e quindi cerco di insegnare sempre a fare musica divertendosi ma con serietà.


Hai pubblicato un nuovo album ''Movie themes for piano solo''. Ce ne vuoi parlare?


Movie themes for piano solo è un disco ispirato alle musiche per cinema. La musica per cinema è una definizione presa a prestito dal grande maestro Ennio Morricone, il quale distingue la colonna sonora, che cura l’intera sonorizzazione di un film ovvero anche le parti meno importanti come rumori, sottofondi ecc ecc.., dalla musica per cinema che è una partitura con una sua autonomia che unita alle immagini raggiunge il suo culmine. Un progetto che unisce le abilità pianistiche a quelle compositive, elaborando temi famosi realizzati per cinema. Un disco per piano solo, eccetto un mio brano cantato dedicato a Ray Charles cantato da mia moglie Nadia Boccarusso. Perché un disco per piano solo? Perché è l’inizio di un mio cammino, e volevo iniziare dal mio primo amore: Il Pianoforte; Un cammino che raggiungerà poi la sua vetta più alta con la realizzazione di un disco con l’orchestra ritmico-sinfonica.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?


I miei prossimi progetti che sto per intraprendere sono un disco in duo Pianoforte e Voce che avevo già intrapreso prima di questo, e subito dopo ho pronti 2 progetti: 1) con il mio quintetto, quartetto d’archi e 2 voci dedicato alle song più belle cantate in duetto; 2) Un disco interamente strumentale di estrazione jazz-funk.


La composizione ha un ruolo fondamentale nella tua vita. Cosa ti ispira maggiormente?


La composizione è stata da sempre una mia vocazione, sin dai primi rudimenti al pianoforte. Ricordo che mentre studiavo la tecnica e tutto il repertorio classico da presentare alle lezioni del maestro, alternavo sempre momenti in cui componevo qualcosa di mio. Beh… tutto ciò che mi circonda è sempre fonte di ispirazione, la vita è una continua sorpresa e a volte per esorcizzare certi momenti importanti corro al pianoforte e butto giù pensieri in musica, ma a volte sul mio taccuino da viaggio, scrivo anche testi che poi musico in seguito.


Quali sono i consigli che daresti a un giovane musicista?


I giovani di oggi sono molto avvantaggiati da una tecnologia che ormai fornisce loro molti strumenti in più per accedere ad informazioni, repertori ecc ecc.., cosa che è decisamente un bene, ma non bisogna mai perdere il contatto con la realtà, che resta sempre quella di studiare la musica ed approfondirne il suo linguaggio, dalla tradizione sino ad arrivare ai tempi nostri, perché è motivo di crescita sia musicalmente che spiritualmente.


Cosa pensi del panorama musicale attuale? La musica originale di oggi può essere considerata di qualità?


Il panorama attuale è molto confuso da una grande quantità di musica pubblicizzata attraverso i media ed i social network. Sinceramente credo che rispetto ad un tempo, dove ogni opera che si compiva si doveva sudare affinchè venisse ascoltata, oggi sia fin troppo semplice esporsi, e questo va molto spesso a discapito, in primis ovviamente delle etichette discografiche che hanno perso il controllo del mercato, e poi di sicuro a discapito della qualità che si è abbassata di molto.


Come vedi il futuro della musica?

Il futuro della musica è stato sempre un grande enigma sin dai tempi dei più grandi compositori come Bach, Mozart, Beethoven. Credo che ognuno di noi debba impegnarsi al meglio nel suo intento e non lasciarsi piegare totalmente da tendenze, ma trovare sempre il giusto compromesso tra la commerciabilità e la vera essenza della propria musica. Conservo la speranza che la musica e l’arte diventino un’oasi di salvezza per chi vuole e sogna un mondo migliore.