Il cantautore Delio Lambiase ci offre nelle righe che seguono una sua visione della musica, nel bene e nel male. Da soli pochi anni è nata in lui la voglia di esprimere le sue emozioni in versi, e da qui è nato il suo primo EP Sacra Nostalgia.

Ci parli del tuo EP? Progetti per il futuro?

Sacra Nostalgia è il mio EP di esordio. Artisticamente, se così si può dire, nasco qualche anno fa con un romanzo, “Il grande salto”, poi un salto vero da una bici… e tanto tempo a disposizione per riabbracciare una vecchia chitarra acustica. Man mano la musica è diventata lo strumento privilegiato per sperimentarmi e cercare di comprendermi meglio, spinto dal desiderio di ricerca del Senso di questo Viaggio in Terra. Un anno fa circa, la decisione di arrangiare 4 brani e farli ascoltare. La trama principale del concept-minialbum è l’aspirazione verso la comprensione di CHI SIAMO realmente, aldilà dei condizionamenti, dei caratteri, delle ombre e delle paure che ci portiamo dentro. È un percorso caratterizzato dalla tensione di un’Anima che vive fra l’aspirazione a quanto di Bello e Sacro richiama forte, e la vita quotidiana che spesso mortifica quest’aspirazione. Insomma, il tentativo di un Viaggio in musica dalla periferia al Centro della nostra Essenza. L'album si apre con Strana Città, intima ballata dall'impennata rock, che canta di un apolide in cerca del proprio posto al mondo, luogo non cercato ma quotidianamente reincontrato tra immagini che ritornano in tutto l'EP e che vanno dalla Nostalgia di Infinito alla evidente contrapposizione tra ricerca della Verità e cruda Realtà, tra ciò che la società ci chiede per essere parte del gioco e le aspirazioni più profonde che non riescono a trovare ospitalità nelle regole quotidiane. La seconda traccia è Guerrieri, un canto di riconoscenza verso l’Amore, verso incontri speciali di Anime aldilà della durata terrena di questi incontri. Poi c’è Sacra Nostalgia, il brano che dà il titolo all'EP e che rappresenta un po’ il fulcro dell'intero progetto. Canta la ricerca di una strada non segnata, non obbligata, non scontata che ci riporti alla vera sostanza dell'Essere, insomma, il canto di “un cuore esaurito in cerca del suo Infinito”. Centro Lontano è il brano che chiude l'EP. Dopo aver cercato invano le risposte, ci si ritrova nell'abisso di se stessi e ci si rende conto che la possibilità di riemergere potrà realizzarsi solo partendo dal profondo di se stessi. Per quanto riguarda il futuro più imminente, vorrei completare qualche brano fermo nel cassetto per suonarlo nei live, e dopo aver speso un bel po’ di tempo e dedizione per i testi, le linee melodiche, la struttura dei brani, sento oggi crescere l’esigenza di approfondire la ricerca delle sonorità per far sì che arrivi in modo più immediato l’emozione che il brano vuole offrire.

Cosa pensi del panorama musicale attuale? La musica originale di oggi può essere considerata di qualità?

Quello che si ascolta in giro nelle situazioni di più largo consumo (radio, tv) rappresenta solo una parte del panorama musicale, anche se la più importante come quantità, come potere di orientamento dei gusti e come concentrazione di potere economico. Aldilà di questa prima, immediata visuale ci sono radici, essenze musicali che cercano di resistere e fare musica aldilà del consenso, delle mode, del mercato. Quanto alla qualità, forse non esiste una risposta unica, oggi c’è davvero di tutto in giro, dalle sequenze della trap alle sonorità stra-ascoltate e appiattite che ascolti in radio e che si ripetono non suscitando alcuna reale novità all’ascoltatore attento, alle sonorità che sperimenta chi offre la propria dedizione alla musica più che al mercato. L’ascolto della musica è sicuramente cambiato, il mercato ha fagocitato l’attenzione alla musica che ad oggi è trattata alla stregua di un qualsiasi prodotto usa e getta. Esistono brani degli anni Settanta e Ottanta che puoi ancora ascoltare oggi con piacere laddove la quasi totalità della musica contemporanea dopo pochi mesi sembra ormai vecchia e noiosa. Da un lato ci sono tante più possibilità grazie al web di poter arrivare da qualche parte pur non avendo grandi risorse, dall’altro ci sono meno possibilità di esprimersi e farsi ascoltare da chi potrebbe investire in un progetto musicale valido. Il grosso della musica passa attraverso i talent; questi format spingono sullo show, su un personaggio in modo che dopo 6 mesi di visibilità settimanale si lancia un suo singolo che per qualche mese è ascoltato sulle grosse emittenti, sale le classifiche, viene portato in giro con i firma copie e dopo pochi mesi spesso scompare insieme all’artista. Del resto in giro c’è poco spazio e sono rare le etichette che investono se non hai già un nome che offre garanzie di successo.

Riguardo la diffusione della musica inedita. Quali sono le difficoltà per un cantautore che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?

La difficoltà è una e semplice, non ci sono spazi per suonare, non ci sono risorse che aiutano realtà, location per poter offrire musica, e non ci sono perché manca la cultura dell’ascolto: oggi la musica per lo più è musica di sottofondo per riempire un po’ il silenzio che inconsapevolmente non vogliamo affrontare. E, quindi, per gli emergenti soprattutto, è difficile poter far ascoltare la propria musica. I gestori dei locali sono interessati legittimamente a far numero e quadrare i conti, spesso ti chiedono quanta gente porti, spesso si rivolgono alle cover o tribute band che hanno musica più spendibile. Un cantautore non dovrebbe essere interessato da questi problemi, dovrebbe solo far bene la sua musica e offrire al meglio il suo tumulto creativo e la sua esperienza ai potenziali ascoltatori. Ma il mondo oggi, a chi vuol fare musica per davvero, chiede ben altro: devi essere molto bravo, offrire davvero una novità che incontri orecchie e cuori attenti, devi essere esperto di social marketing o affidarti a qualche professionista, devi essere presente nei social, colpire come personaggio al pari della tua musica, ecc.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue canzoni?

In realtà non c’è un’intenzione che nutro, semplicemente ho un’esigenza, una voglia e un piacere. Aldilà della passione, considerando anche l’età in cui questi brani sono arrivati, c’è in me la necessità di cercare una strada che passi per la musica ma che va ben oltre la musica…insomma capire chi voler essere e offrire a me stesso e a chi mi circonda, il meglio che io possa essere durante la mia esperienza in Terra. Se questa mia ricerca arriva a cuori sintonizzati accade un bel miracolo di unione, di consonanza e ciò può aiutare a sentirsi meno soli e meno disadattati.

Quali sono i pro e i contro del web e i social nell’attività di un cantautore?

Il web offre possibilità straordinarie di poter arrivare lontano pur non avendo risorse importanti da poter investire. Tuttavia, proprio per le connotazioni dei social, e cioè rapidità, superficialità, curiosità, approssimazione, il rischio è quello di sminuire e dare sempre meno importanza alla musica a tutto vantaggio degli eccessi e delle particolarità dei personaggi che diventano più importanti di quello che fanno. Sarà per via dell’età ma io personalmente sarei ben più felice, in un’epoca di scarsità della risorsa tempo, di potermi dedicare solo alla musica, tuttavia riconosco che se vuoi essere in questo tempo devi far pace con quello che non ti entusiasma e cercare di usarlo a tuo vantaggio per cercare di veicolare quello che pensi di aver da dire, cantare, ecc.

Come vedi il futuro della musica?

Sfere di cristallo non ne ho, dipenderà molto dal futuro dell’umanità. Probabilmente si allargherà sempre più la forbice fra chi è inondato passivamente dalla musica, dalle sonorità prefabbricate, da melodie che non offrono alcuno stimolo e che sono vendute alla stregua di fazzolettini di carta e chi la musica la va a ricercare per esserne nutrito. Ma è un discorso che potrebbe valere per ogni forma d’arte e non solo. Anche l’informazione è così. Oggi se ti vuoi informare davvero, non puoi accontentarti dei talk in tv o dei tg: i tempi disponibili, lo spazio, gli assetti di potere non consentono alcuna possibilità di individuare lì dentro la verità, anzi ne sono ontologicamente inadatti per cui sarà ancora una volta il desiderio più profondo, come accade in musica, a portare a ricercare la verità. Oggi band come i Pink Floyd, o i grandi cantautori italiani o i songwriters americani probabilmente non troverebbero possibilità di esistenza. Ma va bene cosi, ad ognuno la musica che merita.