Michele Santoro è un musicista che ha dedicato e che dedica tuttora molto tempo allo studio della musica, perchè è la base su cui costruire fondamenta solide. Non da meno è il confronto e il contatto con gli altri musicisti.
Ci approfondisci i tuoi studi musicali?
Sono Laureato in Discipline Musicali con specializzazione in Chitarra nei vari repertori, con indirizzo esecutivo compositivo. Laureato in Musica da Camera, ho frequentato Master con grandi nomi della chitarra classica e non, e ancora oggi da solo e con le mie forze continuo a studiare e a sperimentarmi. Il merito del mio lavoro da chitarrista/musicista va oltre che a me, al mio Maestro Pino Forresu, e a tutti i Maestri e i Musicisti di ogni genere e strumento che ho incontrato e che incontro nel corso dei miei studi, lavori e progetti musicali.
Quali sono le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Direi tutte, non esiste l’esperienza in assoluto, ma esistono le esperienze, che nel loro insieme formano il background di un musicista/artista, nelle quali si rivede, si corregge, si migliora, si viene stimolati, si capisce che bisogna studiare di più, che bisogna saper controllare e far fruttare l’emozione, che non bisogna andare di fretta, e che in musica c’è sempre da imparare anche perchè la musica o i suoni/rumori nascono col mondo e noi percorriamo una vita troppo breve per riuscire ad assaporarli, a comprenderli, a razionalizzare e a capirli per poi saperli utilizzare, diffondere ed insegnare attraverso l’esperienza musicale. Ma i più studiosi e temerari non si abbattono, e forse quasi quasi ci riescono in questa ardua e dura impresa, che è lo studio della Musica appunto.
Ci parli dei tuoi progetti attuali e per il futuro?
Allora debutterà a fine giugno a Massafra uno spettacolo teatrale Inedito che mi vede protagonista, con mie musiche eseguite dal vivo per chitarra, insieme all’attore Giovanni Di Leonardo, al quale è affidata l’ideazione, l’interpretazione e la regia. Lo Spettacolo si intitola LO SCORPIONE NEL PETTO, partitura per uomo solo e per uomo alla chitarra. Vi invito a cercalo sul Web e a contattarci se siete interessati per eventuali repliche. Dopo questa piccola pausa pubblicitaria ho all’attivo varie formazioni musicali dal duo all’ottetto, che spaziano nei generi e nelle sonorità musicali, ma che abbracciano Musica Lounge, Popolare, D’Ascolto, Jazz/Swing, Rock, Cantautorato per ogni evenienza e situazione insomma, e vari spettacoli teatrali come ad esempio “Tenco a tempo di Tango”. Vi cito i nomi di alcune formazioni: In Bianco e Nero Trio, Chitartarentum, OutSiders-GentediFuori, Rod & the Coffee Faces.
In che modo il web e i social possono essere di aiuto per un musicista?
Servono e non Servono. In che senso: "alla base ci deve essere studio e passione, e voglia di migliorarsi e di confrontarsi, un musicista si arricchisce con gli scambi”. Oggi Il Web ci aiuta in questo, ma dobbiamo possedere gli strumenti per sapere filtrare, imparare e “rubare” dal web, e questa capacità in musica si sviluppa solo con lo studio, affiancata da gente o enti che sanno esercitare e trasmettere il proprio mestiere, facendolo vedere, e quindi non solo da una scala o da un accordo, o da una corretta o sbagliata impostazione. Resta comunque di fatto una buona e giusta finestra sul mondo quella del Web, che permette il confronto e la gratificazione per un musicista; non a caso ho ripreso a fare Video per il mio Canale YouTube dal titolo MICHELE SANTORO CLASSICAL GUITAR, del quale vi invito a dare un’occhiata, e vi avverto che di classico porta solo il nome, che poi Chitarra Classica perché? Quando con una chitarra o più si può far di tutto, magari di questo argomento ne riparleremo un giorno se vorrete.
Ci sono abbastanza opportunità live per i musicisti?
Domanda difficile questa, diciamo di sì, la musica Live è sempre la più bella, quella che emoziona di più e che ti mette a nudo e a diretto contatto con l’ascoltatore. Ovviamente oggi non è più come nel 700, ormai i mezzi e la tecnologia fanno il loro corso, un apparecchio, una consolle, una playlist, vari cd, ti possono suonare per 10 ore consecutive e più, e questo ha diminuito i componenti delle band/ensamble direttamente proporsionati ai loro Cachet. Ovviamente le grandi Associazioni, i grandi teatri e i grandi musicisti, faranno sempre musica Live. Sono i club o le realtà più piccole che sono penalizzate, spesso e volentieri ricorrono a soluzioni musicali citate prima, perchè più complete a livello musicale e per il pubblico, e che con piccoli sforzi da entrambi le parti, prendono e catturano di più, rispetto ad un cantautore con la chit, che vuoi o non vuoi dopo 20 minuti avrà annoiato un po tutti perchè i contenuti, le timbriche, gli arrangiamenti, la musicalità saranno sempre quelle, se non si affida a loop, a sequenze, o meglio ancora a musicisti con cui collaborare. Ma poi ve lo dico: ”non si rientra più nelle spese” e per questo la tecnologia vincerà sempre più.
Autoproduzione oggi. Qual è la tua visione?
Ormai è necessaria, è un investimento. Prima o poi toccherà a tutti i musicisti/cantanti, se lo decidono ovviamente, almeno dopo aver terminato il periodo di studi o a volte va di pari passo. Credo che col tempo però ci ritroveremo tutti a vantarci da soli, a sponsorizzare più degli altri, a condividere più degli altri, alla caccia di un like e magari si faranno zero Live, e dimentichiamo che il Passa Parola è quello che funziona di più, poi specie se il passa parola avviene tra i Social o il Web, e ovviamente per poter fare questo alla base ci dev’essere talento, studio e voglia di fare, credere nelle proprie capacità e mettersi in gioco, e quindi di contenuti validi.
Come vedi il futuro della musica?
Per me è sempre stata l’arte fra le arti, abbiamo lottato per superare la parola, ma siamo sempre Circoscritti quando ci mettiamo a lavorare e musicare per la Parola. Per me la Musica non avrà fine e l’anello di congiunzione della mia vita, e con la Musica ci ridimensioniamo, torniamo spesso nella nostra piccola e umile dimensione, quella di essere umani che a volte dimentichiamo per mantenere posizioni lavorative, incarichi o per l’altro, poi ci basta ascoltare una canzone per tornar bambini, per viaggiare, per scatenarci o per riflettere.