Vanny Tonon è un insegnante e chitarrista giovane, ma con alle spalle già una importante carriera da musicista. Oggi sta lavorando al suo nuovo album e sta collaborando con un importante marchio del settore, Eventide.
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Sicuramente il conservatorio jazz è stato di grande aiuto per la mia formazione musicale; a livello di esperienze poter affiancare sul palco e nel mio disco successivamente Jennifer Batten è stato motivo di grande orgoglio e un incentivo a fare sempre del mio meglio. Un’altra occasione che mi ha aiutato a crescere musicalmente è stata la collaborazione con Massimo Varini , persona e chitarrista che ho sempre stimato e che mi ha permesso di registrare nel suo studio, con la sua supervisione, il mio corso Rock Impact del Laboratorio Musicale Varini e che mi ha coinvolto anche nella grande famiglia Eventide. Anche l’esperienza televisiva al “Lo show dei record” dove ho vinto il Guinness mi ha insegnato molto, la tensione si faceva sentire e ho potuto osservare dall’interno le dinamiche televisive. Qualche anno fa invece ho avuto modo di suonare con Will Hunt e oltre a notare la sua grande personalità, professionalità ed energia, mi sono divertito davvero molto!
Ci parli del tuo secondo album a cui stai lavorando e la collaborazione con dei marchi del settore?
Dopo “The Tourist of Love” , il mio primo disco, sono entrato in contatto con Eventide, un importante marchio del settore, specializzato in effettistica per chitarra e processori. Con Eventide ho potuto sperimentare diversi suoni che ho cercato di rendere sempre più personali e che ho utilizzato in qualità di endorser anche in importanti eventi come AES Show, Soundmit e NAMM negli Stati Uniti. Questa ricerca mi ha portato a scrivere dei brani strumentali per sola chitarra il cui fulcro rimane la melodia e il suono, sia crudo che ricco di sfumature. Con il nuovo disco ho l’obiettivo di creare un trasporto emozionale e un particolare suono caratteristico complessivo ma che in ogni brano ha una diversa identità.
Da cosa è composta la tua strumentazione per i live?
La mia strumentazione nei diversi eventi e in studio è composta dal mio fedele Victory V40 abbinato a una cassa da un cono 1x12. Solitamente utilizzo in pedaliera: Kor Oracle, Espresso di Mendoza, Xotic BB preamp, 2 Eventide H9, Time Factor e Space di Eventide che alterno con Rose di Eventide in situazioni più minimali. Il tutto viene alimentato da un Power Max. Per quanto riguarda le chitarre utilizzo 3 modelli: Ibanez Az Prestige, Ibanez RG721MSM e Fender Telecaster Thinline equipaggiate con corde Dogal. Utilizzo inoltre cavi Reference e plettri Essetipicks.
Sei un insegnante. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere durante le tue lezioni?
Il messaggio che mi piace condividere è che ogni passione viene alimentata da grande entusiasmo per ciò che si fa e impegno costante. Grazie a questi due elementi nulla è impossibile e le soddisfazioni arrivano, basta non demordere e continuare sempre a crederci in ciò che si fa con molta umiltà.
Didattica online. Qual è la tua visione?
Secondo me è un’ottima opportunità soprattutto se lo studente vuole studiare un determinato stile o tecnica con un insegnante specifico ma è impossibilitato a causa di problemi di distanza e logostici. Nel mio caso sono molto soddisfatto dei feedback degli studenti iscritti al mio corso online Rock Impact sul Laboratorio Musicale Varini.
Quali sono i pro e i contro del web e i social nell’attività di un musicista?
Credo che i social e il web possano aiutare un musicista nella sua attività se usati per promuovere la propria musica e i propri lavori. Possono far nascere collaborazioni tra vari musicisti o con dei marchi e creare connessioni con eventi e manifestazioni musicali. Il contro ma che allo stesso tempo può essere visto come un incentivo è che bisogna essere sempre sul pezzo e creare molti contenuti per poter sempre tenere attivi i propri iscritti e le proprie piattaforme.
Come vedi il futuro della musica?
Secondo me bisogna pensare in positivo; la musica avrà sempre il suo spazio nel mondo e finchè ci saranno artisti (sia storici che nuovi) che ci fanno emozionare allora non ci sono problemi per il futuro. Vi ringrazio per l’intervista e saluto tutti i lettori! Buona musica