Tra tanti live e nuove canzoni, la band Stage Of Reality segue il suo viaggio musicale sia in Italia che all’Estero, dove si dà molta importanza alle band meno conosciute rispetto all’Italia. Questo è un limite del nostro Bel Paese?

Com’è nata la vostra band? Che musica fate?

Gli Stage of Reality sono nati nel 2013 da una mia idea. All'epoca suonavo negli Astarte Syriaca e nel 2012 sono stato ingaggiato da  Blaze Bayley (ex Iron Maiden) per registrare il nuovo album e partire per un tour di tre mesi in giro per l'Europa. Pieno di esperienze ed emozioni, una volta rientrato cominciai a scrivere i primi brani di quello che dopo un anno sarebbe diventato “The Breathing Machines”, il primo album degli Stage of Reality. Per le registrazioni del primo album chiamai: Francesco Marino (voce), Alessandro Accardi (Batteria), Marco Polizzi (basso) e Bernardo Nardini (chitarra acustica). Dal 2013 ad oggi la line up è cambiata ed ora i membri della band sono: Damiano Borgi (voce), Emiliano Tessitore (chitarra), Andrea Neri (chitarra), Marco Polizzi (basso) e Daniele Michelacci (batteria).

Avete suonato fuori dall’ Italia. Dove è stata apprezzata maggiormente la vostra musica? Avete notato differenze tra l’Italia e l’Estero in termini di live?

Sia in Italia che all'Estero abbiamo suonato come apertura per artisti più grandi e abbiamo avuto un bel seguito soprattutto in Romania. In generale abbiamo notato, con sorpresa, che nell'Europa dell'Est tendono a comprare più cd rispetto al pubblico italiano.  Nonostante la situazione economica, investono di più per ascoltare band sconosciute, cosa che qui da noi accade raramente.

Avete già all’attivo due album. Quali sono i progetti attuali e per il futuro?

Sicuramente un terzo album, per ora stiamo scrivendo i primi brani, e poi molte date specialmente nei paesi dove non siamo ancora stati. In questo momento siamo alla ricerca di una nuova agenzia di booking con cui collaborare.

La vostra etichetta discografica Rock Avenue Records USA è americana. Com’ è nata questa collaborazione?

L'etichetta ci è stata consigliata da una follower americana che è anche speaker per una web radio. Passava molti brani di band che erano sotto contratto con Rock Avenue Records e così ci ha dato il contatto e nel 2014 abbiamo firmato. Con Rock Avenue è uscito il nostro secondo album, “Stage of Reality”.

In che modo i social e il web possono essere utili per farsi conoscere come band?

Credo che se usati nel modo giusto possano servire, ma non bisogna cadere nel tranello dei servizi a pagamento, purtroppo in giro ci sono molte persone che hanno capito come fare soldi sulle spalle delle band e queste ultime sono disposte a tutto pur di emergere. Anche i social lo hanno capito ed è sempre più complicato arrivare a comunicare con i propri followers.

Che consiglio daresti a una giovane band?

La promozione migliore per una band è suonare, partire dal pub sotto casa e poi cominciare a spostarsi, il quartiere, la città, la provincia e via così senza fermarsi mai. Non ci sono scorciatoie. Se volete investire fatelo nelle date live.

Come vedi il futuro della musica?

Non mi sento di vivere in un paese che ha a cuore la propria cultura e la propria arte. L'Italia è fortunata a possedere tante ricchezze, ma oggi fa un po' la figura del ragazzino che nasce pieno di soldi e non conosce il vero valore della propria fortuna. Spero che a furia di vedere gente che scappa all'estero anche solo per aprire un pub qualcuno si svegli e cominci a ragionare.