Longobardeath, band molto conosciuta per il binomio rock e dialetto milanese, si racconta in un'intervista esclusiva a Eleonora Tredici, tra l’altro rimbalzata da un’altra testata web per i contenuti crudi e milanesi e in particolare fa luce sull'ultimo singolo. Questo infatti ha creato consensi ma anche un certo scalpore sul web: le parole del testo sono pro cibo nostrano, ma anche uno sfottò verso il cibo orientale, argomento ostico in questo periodo. Ha raccontato senza filtri la loro verità il frontman della band, Ul Mik.
Chi sono i Longobardeath
La vostra bio recita: I Longobardeath offrono un'innovativa miscela musicale con canzoni proprie e rielaborazioni della tradizione goliardica dialettale assieme a classici del rock, metal, folk, punk, lombardizzati in testi, atmosfere e contenuti. Qual’è il segreto per essere, dal 1993, ancora in auge e molto conosciuti soprattutto nel milanese e varesotto?
'Un saluto a tutti i lettori! Credo che alla base di tutto ci sia la perseveranza e l’immortale entusiasmo nel portare avanti la nostra passione. Ci divertiamo trasmettendo i valori e la tradizione della nostra terra. Ci definiamo tradizionalisti ma moderni ed al passo coi tempi'.
Come è nata la band Longobardeath? E le canzoni in dialetto milanese dal mood heavy metal?
'Ho dato origine ai Longobardeath unendo le mie due passioni: la “lengua milanesa”, (lingua milanese), e relativi paesaggi, vita vissuta, socialità, proverbi ed il buon rock, hard-rock da sempre nel mio cuore e anima. Niente da invidiare a inglese, francese & company, ma se poi mettiamo sul piatto che 30 anni fa il mio Inglese rasentava il pessimo e minimale, col milanese madrelingua è stato un percorso naturale'.
Come vi descrivereste a chi ancora non vi conosce? Perché in tutta Italia dovrebbero ascoltarvi, anche senza magari conoscere il dialetto milanese?
'100% milanese hard-rochenroll band! Si esatto col “ch”! Negli anni più o meno ci siamo sempre definiti così, quasi intramontabili dai. In origine però eravamo più vicini a sonorità death, trash, ma si capiva poco ed abbiamo optato per coordinate più accessibili. Alla buona base predominante di hard-rock uniamo elementi di punk, folk, heavy ed anche qualcosa di pop ed elettronica. Ci sono molte band straniere che prediligono testi in lingue e/o dialetti differenti, ben accolte ovunque e in Italia e oltre i Longobardeath possono raccogliere feedback sia positivi che negativi, ma sicuramente è innegabile una nostra unicità ed originalità nella proposta, ben consapevoli di “rischi, restrizioni e pericoli”. Quello che per molti è visto come limite e preclusione per noi è vanto e fiore all’occhiello’.
Il rock milanese dei Longobardeath all'estero e fuori città
Avete suonato diverse volte all’estero e in Italia con grandi nomi del panorama nazionale. Come è vista fuori dalla provincia la vostra musica?
'La cosa bella di quando andiamo oltre la nostra abituale area di azione è il conquistare nuovi amici e fan attraverso unicamente la nostra musica e l’intrattenimento che proponiamo tra una canzone e l’altra. E’ sempre una simpatica sfida che ci tiene sempre carichi e in forma. Abbiamo molti fans anche a Roma ed in Sicilia, presto verremo a trovarvi'.
Il vostro ultimo brano, All You Can Shit Pirla!, è appena uscito con tanto di video. Descrivetecelo.
'Si certo, All You Can Shit…Pirla! fa da apripista al nuovo album che, salvo "covidcomplicazioni", uscirà verso metà giugno. Il nuovo video alterna immagini live con le vicissitudini di un globalizzatissimo hypster/nerd che, con le sue pessime abitudini "trendaiole", irrita l’oste traditional. Lo stesso, al limite della pazienza, chiama in modalità 118 TSO noi, cioè i Longobardeath, in suo aiuto. Tra metodi di insegnamento ruvidi e old style riportiamo il malposseduto in sana forma psico-fisica e attitudinale’.
Musica rock: cibo italiano vs. cibo low cost ed orientale
Nel testo di All You Can Shit Pirla! si parla di cibo internazionale, soprattutto orientale, cinese. Pensate che qualcuno possa interpretare il pezzo come una risposta all’emergenza odierna del coronavirus?
'Il testo critica il diffuso abuso nel cibarsi di porcherie low cost e di dubbia qualità e origine. In Italia abbiamo il meglio a livello alimentare e insegniamo da sempre al resto del mondo come si mangia con gusto ed equilibrio. Con questo brano cerchiamo, senza ovviamente imporre niente a nessuno, di ricordare a tutti cosa significa mangiare bene, senza farci fregare da manie esterofile di basso livello, della quantità a scapito della qualità. Partendo dal cibo, massima tutela delle nostre aziende, arti e botteghe tipiche, nonché delle nostre tradizioni. Il pezzo l’ho scritto due anni fa e oltre, come del resto Polenta Violenta, uno dei nostri cavalli di battaglia, contiene contenuti e spunti di pensiero classici ed evergreen’.
Qualcuno potrebbe pensare siano versi di cattivo gusto dato il periodo, magari per altri sono stati profetici o per qualcuno possono suonare offensivi. Come vi difendete?
'Ha, ha, si, qualcuno mi ha già scritto dandomi in amicizia del "profeta". Gli unici arcani cui sono devoto sono i consigli della nonna e i proverbi di una volta, tanta saggezza e zero menate di divino e/o occulto. Basta ragionare con la propria testa, confrontare più fonti, farsi un'opinione personale e difficilmente si è colti impreparati. Sono inoltre un buon appassionato di storia e quella ogni tot tempo si ripete. Se qualcuno poi ne rimane offeso, pazienza, noi Longobardeath siamo simpaticamente ma orgogliosamente abbastanza anti-politically correct’.
Ora, e nelle prossime domande, qualche passo del testo di All you Can Shit Pirla! Potete descriverli raccontare come sono nati, o se ci sono aneddoti dietro queste parole che, sottolineiamo, sono goliardiche e non vogliono essere offensive, giusto?
'Si esattamente. Tutto in favore di aggregazione e critica costruttiva e bonaria, nessuna offesa a nessuno. Siamo tutti uguali e ognuno con le proprie valide sfumature e pensieri. Pensa che in origine avremmo voluto inserire nel video un ragazzo cinese e disquisire tra sua e nostra cucina tipica, poi abbiamo optato per l’antitrend concept. Il testo è nato un giorno in cui stavo attraversando il classico vialone senza fine, grigio cemento e senza personalità. Ad ogni incrocio niente di caratteristico e tipico, solo all you can eat, fast food, ristoranti cinesi misto finto-pizza, misto sushi. Mi son detto 'ci siamo ridotti proprio come dei pirla'.
Pizza, al kebap, Cina, Japan, Thailandese, scaldato nel microonde e adesso mangi da schifo. Avete mai assaggiato queste tipologie di cucina e di piatti etnici?
'Ma si, non facciamo certo crociate tra noi e il resto del mondo. Ci piacerebbe ribilanciare le cose, dando spazio anche alla nostra identità, noi partiamo dalla cucina. E comunque grilli, cavallette e cimici impanati, ve li mangiate voi? Fiero dei miei limiti’.
Questo suona oggi abbastanza forte, soprattutto dopo questa emergenza covid-19: Influencer e influenza, contagio e malattia, ecc.
'Eh, effettivamente quando mi hanno dato del “profeta”, il riferimento era in primis proprio a questa strofa. Parte del testo appunto non tocca solo argomenti di culinaria, bensì critica velatamente anche l’abuso di social network, status symbol ed anche la frenesia del tutto e subito da terzo millennio. "Tra 20 anni, avanti così anche peggio: iPhone lobotomizzanti, vacanze su Marte, navigatori impiantati direttamente nel cervello, teletrasporto rapido, microchip sottopelle, Spectre, Matrix, stop!
Lo chiede l’Europa, e anche il dietologo, lo chiede il fashion, e anche l’urologo.
'Ok l’Europa, ma dei cittadini e dei popoli, non del conformismo, dei banchieri e faccendieri. Però, altro che intrattenimento e musica, qui siamo passati con questa intervista all'impegno sociale! Ok, vista questa nuova direzione da domani, noi tutti, diminuiremo il consumo di vino giornaliero, (ride)’.
In conclusione, Ul Mick afferma: 'Rinnoviamo i ringraziamenti per lo spazio concesso e ringraziamo anche tutte gli amici che, nuovi o da sempre, ci supportano.
Vi aspettiamo tutti ai nostri concerti futuri, appena avremo sconfitto il coronavirus! Per ora seguiteci sui nostri canali ufficiali. A presto e sempre belli carichi di energie, forza!’
Eleonora Tredici