Black Tea Drops è una band affiatata, nata con la voglia di fare musica sul palco e incontrare il suo pubblico. Tra i vari progetti futuri, vi è sicuramente un disco.

Com'è nata la band? Che musica fate?

I BLACK TEA DROPS nascono sul finire del 2011. Le nostre strade si sono incrociate casualmente calcando palchi importanti come band di supporto per vari spettacoli. L’affiatamento era così palese da portarci a fondare una band con un unico comun denominatore: l’amore per la musica black in tutte le sue sfaccettature. Siamo partiti come una cover band ma poi l’esigenza di tirar fuori un nostro sound ci ha portati in modo spontaneo ad iniziare la produzione di brani originali con la collaborazione, per quanto riguarda i testi, di Randy Roberts. Abbiamo deciso di fondere tutti i nostri ascolti e la nostra storia musicale per cercare di tirar fuori qualcosa di unicamente nostro come fossero ingredienti di una ricetta: un po’ di neo soul e R'n'B, condito con del funk ed un "pizzico" di jazz. Cercando di mescolare tradizione e sonorità decisamente più moderne.

Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?

Certamente, come singoli musicisti, ogni live, dal pub più intimo alle piazze più popolate, hanno creato nel tempo una forte e solida base sulla quale abbiamo potuto mettere le giuste radici per crescere, ma, senza dubbio, l’esperienza che ci ha unito maggiormente e ci ha permesso di fare un salto di qualità è stato il costante lavoro in studio dove, insieme, siamo stati liberi di esprimerci e di creare. Ci siamo messi in gioco con l’obiettivo di dare spessore al nostro lavoro ed abbiamo acquisito una maggiore sicurezza e consapevolezza come band. Il frutto di questo lavoro ci ha portato alla pubblicazione del primo EP “Tea Drops” (interamente autoprodotto) con conseguente firma di un contratto discografico con la “Filibusta Records”.

Quali sono i vostri progetti attuali e per il futuro?

L’obiettivo principale ad oggi è quello di esibirci ovunque possibile proprio per diffondere la nostra musica e quello che abbiamo da dire. Il live per noi rappresenta la forma più diretta e onesta per confrontarsi con il pubblico. L’adrenalina e lo scambio di energia che c’è durante un live è unica e irrinunciabile. Nel mentre si continua a produrre musica nuova con il progetto di realizzare al più presto il nuovo disco.

Riguardo la diffusione della musica inedita. Quali sono le difficoltà per una band che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?

Argomento spinoso. Forse la difficoltà può trovarsi nell’intenzione/interesse di chi gestisce pub, club o eventi di investire e scommettere sul “non immediato” sul “non conosciuto”. Fortunatamente ci sono “isole felici”, direttori artistici e gestori che ASCOLTANO le proposte artistiche ed hanno piacere a creare e dare il giusto spazio.

Autoproduzione oggi. Qual è la vostra visione?

L’autoproduzione ti da estrema libertà creativa sotto ogni aspetto e senza dubbio ti costringe a cercare soluzioni nuove ed alternative nel risolvere tutte le problematiche riguardanti la pubblicazione di un brano o un disco. Sembra scontato e banale, ma sicuramente la tecnologia ha facilitato molto il lavoro. Questo però porta spesso ad un appiattimento, perché c’è sempre il rischio di passare dal “tutti possono fare tutto” al “tutti sanno fare tutto”.

In che modo usate il web e i social per la vostra attività musicale?

La verità è che non ci sentiamo molto social anche se siamo consapevoli che ad oggi sia uno strumento prezioso per condividere il proprio mondo. Ci troviamo sicuramente più a nostro agio “ad esserci” fisicamente ma siamo comunque presenti nel web per promuovere la nostra musica.

Come vedete il futuro della musica?

La musica è sempre in continua evoluzione. Sperimentazioni e contaminazioni porteranno sicuramente a nuove sonorità. Pensiamo tuttavia che sia importante mantenere la propria identità e non perdere i riferimenti culturali/artistici che hanno portato fino a qui.